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Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia delle Migrazioni all’Università degli Studi di Milano.
In Lombardia gli stranieri residenti sono circa 1milione e 200mila, il 22% del totale nazionale, il 36% provenienti da paesi europei. In termini di quantità la comunità rumena si attesta al primo posto, seguita da quella egiziana, poi quella marocchina, albanese e cinese. Milano con i suoi 492mila, pari al 9,2% del totale nazionale si conferma la seconda provincia italiana, subito dopo Roma. Sono i dati resi noti dal ‘Dossier statistico sull’immigrazione 2024’ realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto Pio di studi politici San Pio V e presentato oggi nella sede di Emergency in via Santa Valeria. Per Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia delle Migrazioni all’Università degli Studi di Milano, i dati “smentiscono la retorica di un’immigrazione fuori controllo e soprattutto della prevalenza di immigrati maschi e musulmani. L’immigrazione in Italia è sostanzialmente stazionaria da una dozzina d’anni a questa parte. Siamo intorno ai 5,3 milioni di immigrati regolari più mezzo milione di immigrati irregolari stimati. Inoltre – continua Ambrosini- l’immigrazione è in prevalenza femminile, per circa la metà europea, e viene per circa tre quinti da paesi di tradizione culturale cristiana. Rifugiati e richiedenti asilo, che sono l’oggetto dello scontro ideologico sono circa 450mila, cioè meno di un decimo del totale e 50 mila sono ucraini, che sono tenuti fuori dal dibattito”. “Non siamo assolutamente invasi e non è un fenomeno che possa destare preoccupazione. – ha spiegato la segretaria di CISL Lombardia Roberta Vaia – La vera emergenza sia il cosiddetto ‘inverno demografico’ del nostro Paese, che i cittadini stranieri potrebbero aiutare a colmare: l’unico modo per fermarlo è quello di regolarizzarsi, lavorare e coabitare con le persone nate in Italia”. Per il presidente di Emergency Rossella Miccio il dossier presentato oggi è “un bagno di realtà”. Presente anche l’assessore al Welfare di Milano Lamberto Bertolè, che non ha mancato di criticare la gestione nazionale dei flussi: “Il nostro paese continua ad affrontare il fenomeno della migrazione in maniera emergenziale, invece che strutturale, con leggi inadeguate che generano marginalità. Abbiamo migliaia di persone in Italia che chiedono asilo politico, protezione umanitaria e che per la poca organizzazione nazionale su questi temi hanno tempi lunghissimi- una miopia, secondo l’assessore che – ricade inevitabilmente sugli enti locali come il comune di Milano.”
sat/mrv