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Dal 3 dicembre al 26 gennaio 2025, nelle sale di Palazzo Reale sarà allestita ‘SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche’, un’esposizione che restituisce al pubblico una serie di opere d’arte, tra dipinti, grafiche e sculture di artisti quali Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Salvador Dalì, Andy Warhol, Mario Schifano, Robert Rauschenberg e altri, provenienti da sequestri e confische fatte dalla pubblica autorità alla criminalità organizzata. Una mostra di grande portata culturale e sociale che vuole sottolineare e riaffermare, soprattutto tra le giovani generazioni, il fondamentale valore della legalità. L’esposizione è parte del progetto ‘Arte per la cultura della legalità’, a cura della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, in attuazione della Convenzione siglata dal Ministero della Cultura con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità. “Siamo orgogliosi – dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – di contribuire a questa importante iniziativa che, attraverso l’arte, rende visibile il frutto di un impegno collettivo contro la criminalità organizzata. La mostra SalvArti è molto più di una semplice esposizione di opere confiscate: è un segno tangibile di rinascita, di come beni illecitamente sottratti vengano restituiti alla collettività, arricchendo il nostro patrimonio culturale. Milano, con la sua lunga tradizione artistica e il suo impegno per la legalità, è fiera di essere una delle sedi di questo progetto. La cultura può e deve essere uno strumento di riscatto sociale, in grado di educare e sensibilizzare le nuove generazioni sui valori della legalità e della giustizia. È un’opportunità per tutti noi di riflettere sul potere dell’arte come veicolo di cambiamento”. “Il Festival dei beni confiscati – aggiunge l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé – si arricchisce, per la sua undicesima edizione, di questa importante iniziativa di restituzione che non ha precedenti. SalvArti ha, infatti, il merito di rendere accessibili a tutte e tutti opere d’arte di grandissimo valore culturale, ma anche di rappresentare la vittoria della legalità, un segno concreto di come il lavoro di emersione portato avanti dalle istituzioni e dalla magistratura stia dando i suoi frutti. La scelta di creare un percorso espositivo, che riunisce e traccia un filo conduttore tra capolavori accomunati da un medesimo destino, ha un importante significato sociale che, in una città come Milano, dove finalmente l’esistenza delle infiltrazioni mafiose non viene più negata, non poteva che trovare la sua casa”. La rassegna milanese è la seconda tappa di un itinerario che ha già vissuto una preziosa anteprima, in forma ridotta, dal 16 ottobre al 21 novembre 2024 al Museo Hendrick Christian Andersen a Roma, e che si chiude dall’8 febbraio al 27 aprile 2025 al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria. Oltre a presentare un patrimonio culturale a lungo rimasto inaccessibile alla collettività, l’iniziativa mette in risalto il ruolo e l’impegno delle istituzioni coinvolte – fra queste, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale e la Guardia di Finanza – nel lungo e virtuoso processo che è stato necessario per recuperarlo e per verificarne l’autenticità e l’interesse culturale da parte del Ministero della Cultura. Le oltre 80 opere che compongono il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio cronologico e tematico, provengono da due differenti procedimenti. Il primo è scaturito da due indagini incrociate, svolte dal R.O.S. dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, per una maxi-frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio. Il secondo è frutto di una confisca a carico di un soggetto colluso con la ’ndrangheta, stabilmente dedito ad attività economiche illecite, pienamente inserite nel circuito della criminalità organizzata. La mostra consente di ripercorrere gli sviluppi dell’arte dalla seconda metà del Novecento, fino ai primi anni Duemila, in particolare l’evoluzione dei linguaggi espressivi e delle correnti artistiche del tempo. Tra queste, s’incontra il gruppo Novecento con Mario Sironi (Composizione astratta, scena urbana con carrozza, 1940-1955 ca.; Moltiplicazione II, prima metà del XX secolo), la Metafisica con autori quali Giorgio de Chirico (Piazza d’Italia, prima metà del XX secolo) e Carlo Carrà (Capanno sulla riva, 1955), la Transavanguardia di Sandro Chia (Ossa fossa cassa, 1990; Cupido, 1996), Enzo Cucchi (Autostrada del Pensiero, 1997), Mimmo Paladino e la Nuova scuola Romana con Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, Gianni Dessì, Nunzio, insieme a esperienze come il New Dada (Enrico Baj), l’astrattismo geometrico e informale, l’arte murale di Keith Haring (Kh mural, 1989) e il genere del libro d’artista, come Cantata Bluia di Pier Paolo Calzolari. Accanto alle opere di artisti storicizzati, per esempio un piccolo bronzo di Arnaldo Pomodoro (Disco, 1986/2003), vengono proposte anche ricerche contemporanee che affrontano temi sociali, come le stampe digitali di Jawad Al Malhi (House 197, 2007-2009) o i lavori di Michele Savini (Anello, 2008; Scultura in gomma (Coniglio), 2009) realizzati con materiali inusuali come la gomma da masticare. Dopo le rassegne di Milano e Reggio Calabria, un primo gruppo di lavori sarà consegnato agli istituti museali di Milano (Pinacoteca di Brera – Palazzo Citterio), Roma (Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Museo delle Civiltà e Istituto centrale per la grafica), Napoli (Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento) e Cosenza (Galleria nazionale di Cosenza). Un secondo, comprendente opere assegnate alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Calabria, sarà concesso in comodato al Palazzo della Cultura della Città Metropolitana di Reggio Calabria. .
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