Il Consiglio Episcopale Milanese ha dffuso una lettera indirizzata ai fedeli della Diocesi Ambrosiana e a tutti coloro che sono disponibili e interessati al confronto alcune indicazioni in vista delle prossime scadenze elettorali. ” Il tema della politica e della amministrazione pubblica – si legge – è stato troppo a lungo censurato nei confronti interni alla comunità cristiana forse per il rischio di causare divisioni e contrapposizioni. Il Consiglio Episcopale Milanese incoraggia ora i laici a confrontarsi sulla situazione, a interpretare le problematiche di questo momento. Alcuni temi assumono nei nostri giorni un rilievo particolare: la famiglia e le problematiche antropologiche e demografiche, la povertà e le forme della solidarietà, il lavoro e le prospettive per i giovani, la libertà di educare, l’attenzione alle periferie geografiche ed esistenziali. Nell’amministrazione locale i grandi temi e le esigenze spicciole della vita quotidiana richiedono concretezza e realismo e insieme l’orizzonte ampio di una idea di città e una visione complessiva della convivenza civile, in città, in Italia, in Europa”. La Diocesi richiama i fedeli al dovere della partecipazione: “In questo momento caratterizzato da scetticismo, scoraggiamento, paura, astensionismo, individualismo, anche i cristiani sembrano spesso sopraffatti da un senso si impotenza che li orienta a preferire gesti spiccioli di generosità agli impegni politici e amministrativi. Si lascia ai Vescovi di formulare valutazioni, mentre i laici cristiani sono spesso senza voce di fronte alle questioni emergenti del nostro tempo, zittiti dai media, ma anche timidi nell’esporsi con proposte in cui si mettano in gioco di persona. Il “buon esempio” stenta a diventare testimonianza. Per chi ne ha capacità, preparazione e possibilità è doveroso anche presentarsi come candidati con la gratuità di chi si offre per un servizio e ci rimette del suo. Ci si aspetta da tutti la fierezza, l’intraprendenza, una specie di giovane ardore sia per chi si candida e formula programmi coerenti sia per chi vota nel valutare i programmi, nell’esprimere con il voto le proprie scelte: tutti insieme impegnati per non permettere che la città muoia di tristezza, banalità, rassegnazione”. Legalità e resistenza alla corruzione sono tra i valori maggiormente sottolineati. “I cristiani e tutti coloro che assumono responsabilità amministrative e politiche devono vivere un rigoroso senso di onestà, avere massima cura della legalità, e resistere in ogni modo alla tentazione della corruzione: per servire, non per essere serviti, per servire, non per servirsi. La gente merita rispetto e la gestione della cosa pubblica, del denaro pubblico, del potere, deve esprimere questo rispetto per ciò che è comune. Solo così è possibile esigere il rispetto della legge da parte dei cittadini, tutti esposti alle medesime tentazioni”. “La Chiesa non si schiera, i cristiani laici sì, con rispetto e coraggio”.