sat/gsl (Fonte video: Quirinale)
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xb1/sat/gtr
Per mesi ha perseguitato la compagna che voleva lasciarlo arrivando a minacciarla di morte, fino a quando lei dopo essere stata soccorsa per strada dalla polizia locale al culmine di una lite, lo ha denunciato. L’uomo, a seguito delle indagini è stato raggiunto da un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa per atti persecutori e violenze sessuali avvenute nell’arco di sei mesi. Il 4 ottobre scorso una passante, allarmata dalle urla della giovane per strada era intervenuta in suo soccorso e aveva fermato una pattuglia dei vigili che stava passando. All’arrivo degli agenti il compagno si era rapidamente allontanato. La giovane, di origini sudamericane, era stata medicata in ospedale e dimessa con una prognosi di 10 giorni e il giorno seguente, il 5 ottobre, aveva sporto denuncia presso il Nucleo tutela donne e minori della Polizia Locale. Secondo quanto emerso dalle indagini, la relazione fra i due era iniziata a febbraio di quest’anno ma nel giro di un paio di mesi l’uomo aveva cominciato a mostrarsi estremamente geloso e controllante con una progressione di aggressività verbale e fisica nei confronti della giovane. Già a maggio le aveva provocato varie lesioni mai denunciate per paura di ripercussioni. Nelle settimane successive la donna aveva comunicato al fidanzato di voler chiudere la relazione ma lui non accettava la decisione e cominciava a perseguitarla, intimidirla, minacciarla, anche di rendere pubblici alla famiglia di lei alcuni video che aveva girato a sua insaputa in momenti di intimità. L’accusava anche di ripetuti tradimenti, la seguiva sui social, via telefono, a casa, frequentemente al lavoro. In un crescendo di ossessione era arrivato a violentarla e a mandarle video di se stesso con una pistola in mano pronto a usarla contro di lei oppure la minacciava di darle fuoco o di tagliarle la testa e spedirla a sua madre.
“Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”. È questo lo slogan dello SPI CGIL Lombardia (Sindacato Pensionati Italiani) che ha organizzato un presidio con centinaia di iscritti oggi in piazza San Babila perché la prossima Legge di Bilancio preveda la rivalutazione delle pensioni e un fisco equo che non discrimini i pensionati. A spiegare la scelta dello slogan, presente su tutti i cartelli e striscioni sorretti dai partecipanti, Daniele Gazzoli, segretario Generale SPI CGIL Lombardia: “Il presidio non tratta solo del tema delle pensioni ma anche il potere d’acquisto e la piena rivalutazione sono elementi fondamentali: i pensionati che, dopo 40 anni di lavoro, si ritrovano con il mancato mantenimento del potere d’acquisto, ci fa capire che negli ultimi anni non c’è stata una rivalutazione, questo ha provocato un danno enorme”. L’obiettivo dello SPI CGIL “è quello di rappresentare una fascia della popolazione che ha tenuto in piedi questo Paese negli ultimi anni e, oltre a rivendicare il suo potere d’acquisto, vuole misure sulla sanità pubblica e universale garantita che non troviamo nella legge di bilancio, vuole risorse per le risposte alla non autosufficienza”, ha detto Tania Scacchetti, segretaria nazionale SPI CGIL. Il presidio di Milano ha una portata di carattere nazionale e non solo regionale e Alessandro Pagano, segretario Generale CGIL Lombardia, chiede al governo di “cambiare radicalmente la proposta finanziaria che ha fatto: dobbiamo cambiare le cose e lo vogliamo fare attraverso la mobilitazione, il coinvolgimento e la proposta di partecipazione democratica”. Oltre ai rappresentanti di SPI CGIL, i protagonisti del presidio sono le persone, pensionate e pensionati provenienti da ogni angolo della Lombardia. Tra queste c’è Manuela, che sostiene sia “una vergogna che il governo abbia aumentato le pensioni minime di soli 3 euro. Siamo qui oggi per rivendicare i nostri diritti ma anche per le nuove generazioni che non avranno futuro così”. Dello stesso parere anche Francesco che si è spostato oggi dal Lago di Garda per presenziare alla manifestazione: “non va affatto tutto bene, il lavoro è quello che è, se si va a lavorare si percepisce la metà della paga che ci si aspetta, il servizio sanitario non funziona, queste situazioni sono gravi e generalizzate”. In piazza cori, canti, slogan e un flash mob che consisteva nel sollevare i cartelli con la scritta “Non possiamo permettercelo” e girarli tutti quanti contemporaneamente mostrando diversi tagli di banconote, con in sottofondo la hit “Soldi” del cantante milanese Mahmood.
sat/gsl (Fonte video: Pagine Social Matteo Salvini)
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