“Illegalità, quando ci costi”. E’ il titolo del dibattito in programma sabato prossimo, 16 aprile, nella sala Pertini del Comune di Desio. Si farà il punto della situazione sul contrasto alle mafie e alla corruzione in Italia. Il dibattito è organizzato dal Pd e in particolare dalla senatrice brianzola Lucrezia Ricchiuti, membro della commissione antimafia. Si parlerà dei numeri dell’illegalità e dell’esprienza delle associazioni antimafia ma anche delle riforme legislative in atto. Tra gli interventi, oltre a quello della senatrice Ricchiuti, anche quelli di Nando Dalla Chiesa, docente della Statale di Milano e del prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’agenzia nazionale dei beni confiscati. L’appuntamento è dunque per sabato 16 alle 9.30.
Teem, ecco le bretelle anticode
Il semaforo verde all’apertura al traffico fatto scattare, nel pomeriggio di oggi, dalla commissione incaricata di effettuare l’ultimissimo collaudo previsto dalla legge ha consentito a Tangenziale Esterna SpA di fissare alle 12:15 di domani l’entrata in esercizio contestuale delle tre strade tagliafile a percorrenza gratuita più fortemente volute dal territorio fra le tante opere viarie (38 chilometri in totale) connesse ad A58-TEEM (32 chilometri da Melegnano ad Agrate Brianza raccordati a sud con A1 Milano-Napoli, al centro con A35-BreBeMi e a nord con A4 Torino-Venezia).
Le tre bretelle anticode che verranno inaugurate fra meno di 20 ore sono: la Binasca-Cerca (1,4 chilometri, 25 milioni di investimenti), che collega Melegnano a Colturano passando per San Giuliano Milanese; la Santangiolina-Via Emilia (1,8 chilometri, 40 milioni di investimenti), che, correndo in parallelo ad A58-TEEM, congiunge Cerro al Lambro a Vizzolo Predabissi; la SP17-SP40 (3,3 chilometri, 16 milioni di investimenti), che schiude itinerari più rapidi da Melegnano e da Cerro al Lambro favorendo l’accesso alle Provinciali lambite. Di quest’ultima arteria domani verrà, in realtà, aperto il ramo che dalla Santangiolina arriva sino all’intersezione con la SP165 (Via per Landriano) con l’obiettivo di assicurare, in attesa che, entro luglio, venga completato il braccio diretto alla Binasca, un accesso alternativo alla Statale Val Tidone.
Tutte le nuove infrastrutture, che sono state realizzate, nel rispetto del cronoprogramma, dal Consorzio Costruttore Lambro Scarl-Itinera e che verranno gestite dalla Città Metropolitana di Milano, sarebbero rimaste per chissà quanti decenni ancora sulla carta millimetrata senza il finanziamento complessivo di 81 milioni garantito dai capitali privati erogati dalla Concessionaria di A58-TEEM. L’esiguità di risorse a disposizione degli Enti pubblici ha, infatti, fatto slittare quasi all’infinito la cantierizzazione di Binasca-Cerca, Santangiolina-Via Emilia e SP17-SP40 nonostante pendolari e camionisti, consci di pagare dazi quotidiani agli incolonnamenti in termini di qualità della vita e di competitività delle imprese, ne invocassero da cinquant’anni la costruzione.
Per questa ragione, quella di domani va inquadrata nell’ottica di una giornata storica per la circolazione nel Melegnanese. Già da lunedì prossimo, l’effetto fluidificante attivato dall’entrata in esercizio contemporanea delle tre opere incomincerà, del resto, a ridurre gradualmente i tempi di percorrenza dei collegamenti stradali fra il Lodigiano e il Milanese, area che, come molti sanno, risulta fra le più trafficate d’Italia.
Il conto alla rovescia verso la contemporanea entrata in esercizio delle tre tangenzialine verrà, a partire dalle 11 di domani, scandito pure da quanti parteciperanno all’incontro pubblico che il sindaco di Melegnano Vito Bellomo ha promosso con l’intento di informare i residenti dell’apertura di opere tanto auspicate da indurre, tra il 2010 e il 2012, diversi comitati a scendere in piazza per sollecitarne la realizzazione.
Non a caso, quindi, come location dell’evento, cui, oltre al primo cittadino melegnanese, prenderanno parte l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte, la consigliera di Città Metropolitana con delega alla Mobilità Arianna Censi e il direttore tecnico di Lambro Scarl-Itinera Giorgio Tagliabue, è stata scelta la Binasca-Cerca (ingresso dalla rotonda tra la SP40 e la SS9). Proprio quest’infrastruttura, come molti ricorderanno, era stata, d’altra parte, oggetto di un blocco di protesta della Via Emilia volto a chiederne la costruzione alle Amministrazioni «incapaci di stanziare i fondi necessari».
Il taglio del nastro, previsto per le 12, verrà preceduto dalla benedizione delle nuove strade impartita da don Renato Mariani e seguito, intorno alle 12:15, dal transito lungo le tre bretelle, appena inaugurate e troppo a lungo, tra una coda e l’altra, sospirate, dei primi automobilisti e autotrasportatori.
Al Salone si va in treno
Vengono da Milano e dalla Lombardia, dal resto d’Italia e da tutto il mondo: sono in moltissimi in questi giorni a scegliere il treno per raggiungere il “Salone del Mobile” in corso fino a domenica 17 aprile alla Fiera di Milano a Rho.
Nei primi tre giorni dell’evento, infatti, oltre 35mila hanno utilizzato una delle 280 corse offerte quotidianamente da Trenord per raggiungere o tornare dall’evento. E sabato 16 e domenica 17 aprile, ultimi due giorni per visitare l’esposizione aperta anche ai non addetti ai lavori, Trenord mette a disposizione oltre 500 corse potenziate nelle composizioni che fermeranno nella stazione di Rho Fiera.
Stazioni e treni pieni in particolare nel Passante Ferroviario di Milano, che dopo aver registrato frequenze record in occasione di Expo, continua ad essere apprezzato da un numero sempre maggiore di clienti negli spostamenti in area metropolitana. In 14 minuti collega infatti l’area dell’esposizione con Porta Garibaldi e a seguire Porta Venezia e Repubblica..
Il treno è anche il mezzo più ecologico per raggiungere il Salone del Mobile: grazie ai viaggiatori che hanno scelto una delle corse Trenord, nelle prime tre giornate della manifestazione è stata evitata l’emissione nell’aria di oltre 21 tonnellate di anidride carbonica.
Per informazioni sulle tariffe speciali per l’evento e orari è a disposizione il sito trenord.it.
Nelle giornate di sabato e domenica la biglietteria di Rho Fiera sarà aperta dalle ore 12 alle 19.30. Dalle ore 12.30 alle 20 presso la stazione sarà attivo un punto straordinario di assistenza da parte degli operatori del My Link Staff di Trenord.
Design in Lombardia, il brand vale 90 miliardi
Col design è cambiata l’immagine di Milano, non più solo centro economico e motore d’Italia e d’Europa. È la città della moda e del design per il 58%, ma anche di arte e cultura per il 44%, superando il 20% che comunque la conferma centro dell’economia e del business. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano realizzata su circa 400 visitatori italiani e stranieri alla design week nei luoghi del Fuori Salone. Milano conquista gli stranieri con la Design Week, circa il 40% ci vivrebbe volentieri. Tra i non milanesi, il 28% è già stato a Milano tante volte, uno su cinque fino a quattro volte.
Milano della Design Week, voto 8+. Uno su quattro: “Mi piace tutto”. L’atmosfera milanese vince la stanchezza. Il visitatore si sente curioso (49%) o entusiasta (33%), più che stanco (9%) o professionale (6%). La città ha l’atmosfera di Londra o Parigi (per quasi uno su due). Piacciono gli allestimenti (31%) e camminare tra i quartieri (31%), ad alcuni piace tutto (21%). Il rito preferito? L’aperitivo (28%), “mi piace tutto” (26%), relax al parco (25%) e shopping (21%). In due parole i fan del design descrivono Milano come attiva (36%) e creativa (34%). In sintesi, voto 8+.
Design, il brand vale 90 miliardi per la Lombardia. Sono eccellenze e specificità del territorio lombardo il design e legno arredo, il cui brand vale per per il territorio più di 90 miliardi di Euro. E di questi, 48 miliardi sono relativi a Milano, oltre 25 miliardi a Monza e Brianza e più di 18 miliardi a Como. È quanto emerge da una stima, all’interno del progetto ERI, dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza a partire da Anholt Brand Index su dati Registro Imprese, Istat, Coeweb, Censis, Isnart, Istituto Tagliacarne.
Profughi, Caritas, i centri sono pieni
«Se non vi sarà un’inversione di marcia a livello europeo e nazionale, molto probabilmente Milano avrà a che fare con un’emergenza umanitaria ancora più grave di quella dei mesi successivi all’ottobre 2013: perché non sarà più raggiunta da migranti in transito verso i Paesi del Nord, ma da persone che chiederanno asilo in Italia e dunque si fermeranno da noi. Occorre farsi trovare pronti e preparati per accogliere in modo dignitoso queste persone in continuità con quanto la tradizione milanese ha sempre dimostrato di saper fare», sostiene Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.
«Fino ad ora Milano ha fatto la sua parte: sarebbe interessante e molto utile sapere dai candidati alla guida della città, se e come intendono affrontare la situazione, visto che l’accoglienza dei migranti sarà una delle priorità che il nuovo sindaco, chiunque esso sia, dovrà affrontare probabilmente già nei primi 100 giorni di governo», ha esortato Gualzetti.
Secondo il direttore di Caritas Ambrosiana questa seconda fase dell’emergenza dovrà chiamare in causa nel territorio della Diocesi non solo Milano ma più direttamente anche la sua area metropolitana vasta. «Non è più possibile che le prefetture ci chiedano di trovare nuove strutture e i comuni si mettano di traverso, scaricando il problema sul vicino, come purtroppo sta accadendo ora. Occorre superare la logica egoistica della paura che non porta a nulla e prendere coscienza di quanto sta accadendo nel mondo intorno a noi. In attesa di una riforma del sistema Sprar che in una logica solidaristica e di corresponsabilità renda l’adesione dei comuni non più volontaria ma obbligatoria e per quote, serve un sussulto di responsabilità da parte dei politici locali al di fuori degli schieramenti e degli approcci ideologici. La Caritas e la Chiesa non si tireranno indietro, ma serve il contributo di tutti gli attori pubblici e privati», chiarisce Gualzetti.
Dalla scorsa estate Caritas Ambrosiana è impegnata nelle creazione di un piano di accoglienza diffusa dei migranti nelle parrocchie e negli istituti che sommandosi al centri già gestiti dall’insieme delle realtà ecclesiali è già giunto ad una capienza di mille posti suddivisi in 109 strutture.
Dai centri più grandi di prima accoglienza, i migranti vengono ricollocati nelle strutture più piccole in genere appartamenti, capaci di ospitare nuclei familiari o al massimo 4-5 persone, dove è possibile avviare percorsi di integrazione, contando oltre che sui servizi, stabiliti dalle convezioni, anche sul contributo dei volontari e delle famiglie tutor.
Ora il cambiamento della natura dei flussi migratori, bloccando il turnover, sta saturando il sistema. Ad esempio a Casa Suraya, il primo centro aperto per l’emergenza siriana, il flusso dei migranti in transito si è interrotto. Ora gli ospiti sono tutti richiedenti asilo, per il 45% nigeriani, o “dublinati”, in genere eritrei, somali e iracheni, migranti che erano stati identificati in Italia, hanno raggiunto un altro paese europeo e da lì sono stati riaccompagnati nel nostro paese per effetto degli accordi di Dublino. Queste persone non si fermeranno solo per pochi giorni come avveniva in passato, ma avranno diritto di rimanere nel centro fino a quando la commissione territoriale non avrà esaminato la domanda, quindi per un tempo che può arrivare anche ad un anno ed oltre.
Di muri, fili spinati, e politiche di accoglienza si parlerà sabato 16 aprile alle ore 9.30 nella parrocchia di San Marco (piazza S. Marco 2 a Milano) al convegno “Europa, terra promessa?” organizzato da Caritas Ambrosiana e Pastorale dei Migranti della Diocesi di Milano. Interverranno mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, Carità, Missione e Azione Sociale della Diocesi di Milano; Catherine Wihtol de Wenden, politologa e sociologa; padre Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti Sociali. Seguiranno testimonianze di operatori impegnati nell’accoglienza dei migranti da Calais, Belgrado, Milano.
Arrestati due spacciatori armati
Grazie alle segnalazioni dei frequentatori di “Cascina Rossino”, area boschiva della zona, i Carabinieri della Compagnia di Vimercate hanno arrestato, nel corso di un movimentato intervento, due spacciatori che, sfruttando a loro vantaggio gli innumerevoli anfratti del luogo, detenevano una pistola 357 “magnum” con matricola abrasa, oltre 60 grammi tra eroina e cocaina, materiale per il confezionamento e 1200 euro.
Gli arrestati, entrambi di origine marocchina di 24 e 31 anni, pregiudicati e senza fissa dimora, erano particolarmente attenti e cambiavano spesso l’“imbosco” per impedirne la localizzazione da parte dei Carabinieri che però non hanno desistito fino a quando, nella tarda serata di ieri sono riusciti a localizzare il deposito dei malfattori. All’atto dell’intervento, particolarmente delicato per la presenza di un’arma da fuoco dall’elevata potenzialità offensiva, i due spacciatori hanno tentato la fuga ma sono stati raggiunti e bloccati nonostante l’opposizione di una forte resistenza. Successivamente, una volta in caserma, approfondendo gli accertamenti sui fermati è emerso che il 31enne aveva un passaporto, una patente di guida ed un permesso di soggiorno falsi e che collegato alle sue reali generalità vi era un provvedimento definitivo di pena per 11 anni e 3 mesi per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Ubi Banca, Letizia Moratti presidente del consiglio di gestione
Letizia Moratti è stata nominata presidente del consiglio di gestione di Ubi Banca. La nomina è stata decisa dal nuovo consiglo di sorveglianza che ha rinnovato le cariche. Confermato il consigliere delegato Victor Messiah.