La mamma lo rimprovera e lui incendia la casa. Il ragazzo, 18 anni, è stato arrestato dai carabinieri per incendio doloso. E’ successo ieri pomeriggio a Brugherio, in Brianza. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, il diciottenne è stato rimoproverato dalla madre e lui, per tutta risposta, ha lanciato una sigaretta accesa nel suo guardaroba. Subito sono divampate le fiamme. L’allarme è stato lanciato dai vicini di casa. Il rogo ha coinvolto anche due appartamenti adiacenti a quello di mamma e figlio e un altro al piano superiore, dichiarati inagibili. I carabinieri di Monza, intervenuti, hanno appurato la responsabilità del giovane e lo hanno arrestato. Il Gip ha convalidato l’arresto e rimesso in libertà il diciottenne, con obbligo di firma.
Aggressioni con l’acido, 16 anni a Martina Levato
Sedici anni a Martina Levato, nove anni e quattro mesi ad Andrea Magnani. E’ la sentenza di condanna, con rito abbreviato, pronunciata oggi dal gup di Milano Roberto Arnaldi per uan serie di aggressioni con l’acido. La Levato era già stata condannata a 14 anni per aver sfigurato, sempre con dell’acido, Pietro Barbini. Il suo compagno, Alexander Boettcher, condannato a 14 anni per l’aggressione a Barbini, è invece a processo con rito ordinario per altri episodi.
Lello Arena fa L’Avaro
Dal 14 al 23 gennaio arriva al Teatro Menotti L’Avaro di Molière interpretato da Lello Arena, insieme a sette attori di grande talento, diretto da Claudio De Palma. Quando ci si appresta a preparare l’ennesimo allestimento di una commedia classica è sempre lecito porsi una domanda: quale perdurante valore consente ad alcune scritture teatrali di attraversare i tempi incontrando e provocando in modo continuo e sempre nuovo l’interesse di pubblico ed artisti? Nel caso specifico de L’avaro di Molière ci si chiede anche cosa permetta all’aridità spirituale e materiale di Arpagone di essere ancora oggi tanto leggibile e fruibile; cosa le abbia consentito di attraversare con imperturbabile credibilità quelle trasformazioni radicali che in circa tre secoli hanno caratterizzato la vita pubblica e privata degli uomini. È certo che l’artificio drammaturgico molieriano sia informato di caratteri espressivi dalla efficacia oggettiva e che questo rappresenti un motivo fondante e sufficiente che giustifica le riproposizioni. Esiste, però, un altro valore altrettanto incontrovertibile che fa da contrappunto alla meticolosa tecnica di punteggiatura teatrale di Molière. È quello evidenziato e rappresentato da un mondo intimamente corrotto di straordinaria e persistente contemporaneità che si articola intorno al vizio capitale dell’avarizia. Un mondo che Molière anima di complottismi, di ipocrisie, di opportunismi, di raggiri, di arrivismi, e che abita di fingitori, spreconi, faccendieri, mediatrici, sensali di fronte ai quali l’avaro Arpagone si erge quasi come figura consapevole e sinceramente reo-confessa, pervasa, in fondo, da una profonda onestà intellettuale. Lui è naturalmente complementare a tutti gli altri, il suo vizio lo conduce ad una solitudine apparentemente compiaciuta e strafottente, ma che lo costringe a perdere poi quasi più di quanto abbia cercato di trattenere. È incapace di donare il suo tempo e se stesso, valuterebbe il dono come una perdita e la perdita è spreco e lui è un economo conservatore, non può sprecare. È un posseduto dal denaro, accumula ma non usa, diffida, sospetta, accusa, impone, capitola e subdolamente si riabilita, la sua insana fragilità lo destina al drammatico succedersi di buffo e tragico. Una ritmica recitativa incalzante, mira all’ esasperazione del vertiginoso virtuosismo teatrale del testo, la ricerca di una riproducibilità di passioni vere, ancorché viziate, tende a conferire caratteri di ulteriore credibilità agli stilemi dialogici dell’epoca, la individuazione di uno spazio irreale dove abbia ragione e luogo la storia ne segnala la temporalità. I personaggi sembrano addirittura attraversare le epoche (come se la tela si aprisse nel ‘600 e calasse sul 2000) in una successione di stili che si snoda nell’immutabilità della trama originaria. Intorno un perimetro, quasi museale, di teche che custodiscono una nutrita e cangiante collezione di sedie (il collezionismo come altra declinazione dell’avarizia: ossessione del possedere?). Sedie di epoche diverse, in cui è possibile leggere il segno del potere, ma anche quello dell’assestamento e, conseguentemente, dell’impigrimento e della devitalizzazione. Simbolo e segno, insomma, di quella depressione dissimulata di Arpagone che gioca, combatte e si dimena con indomito furore e spaesata dabbenaggine contro le maschere della borghesia e contro i fantasmi della propria psiche.
Nuove staccionate dall’albero di Natale
Il grande albero di Natale di piazza Duomo è stato completamente smontato e si trasformerà in nuove staccionate per aree giochi o altre aree verdi della città. Verranno infatti realizzati circa cento metri di recinzioni in legno che potranno essere posizionate sia per rimpiazzare tratti di aree giochi, aree cani o giardini che necessitano di interventi urgenti, sia per recintarle completamente con elementi nuovi. “Anche quest’anno – dichiara l’assessora al Verde e Tempo Libero Chiara Bisconti – ricicliamo completamente il grande abete che si trasforma in materiale utile per la città. Lo scorso anno abbiamo realizzato 60 panchine posizionate in scuole, asili, giardini condivisi ed è stata una scelta molto apprezzata dai cittadini. Quest’anno avremo nuove staccionate. È un segno di attenzione importante verso i cittadini e verso l’ambiente, la cultura di un futuro più sostenibile e attento passa anche da iniziative come questa” conclude Bisconti. Le nuove staccionate saranno pronte per essere utilizzate in circa 45 giorni. Il grande abete in queste ore viene ‘diviso’ in piazza Duomo in blocchi di circa 3 metri per facilitarne il trasporto e la lavorazione. L’abete di piazza Duomo, arrivato da un bosco del Trentino con certificazione del Corpo Forestale dello Stato, continuerà così a vivere nei giardini e nelle piazze milanesi.
Freddo, neve e vento entro il weekend
“Entro il weekend arriva il freddo, quello vero: si batteranno i denti dalle Alpi alla Sicilia” – lo confermano i meteorologi del centro 3bmeteo.com che spiegano – “gelidi venti soffieranno direttamente dalla Scandinavia fin sullo Stivale, con primi freddi al Nord già entro venerdì, ma nel fine settimana su tutta la Penisola. Le temperature saranno in picchiata ovunque, con tracollo termico soprattutto al Centrosud dove le massime primaverili dei giorni scorsi saranno solo un ricordo: si potranno infatti perdere fino a 10-15°C in meno di 48 ore! Il freddo sarà inoltre acutizzato da venti anche forti tra maestrale, tramontana e grecale, che soffieranno con raffiche anche di oltre 80-90km/h con possibili danni, disagi e ovviamente mareggiate sulle coste esposte”.
“Arriverà anche la neve, ma solo su adriatiche e al Sud” – proseguono gli esperti – “su queste aree infatti l’ondata di freddo sarà accompagnata da rovesci anche a sfondo temporalesco e con grandine, che assumeranno carattere nevoso a quote basse; non esclusi fiocchi di neve fin verso i litorali sulle regioni del medio versante Adriatico. Al Nord e sulle centrali tirreniche prevarranno invece condizioni più asciutte e soleggiate, salvo fiocchi di neve solo sui crinali alpini di confine. L’arrivo del freddo non implica automaticamente l’arrivo della neve, infatti su queste zone i venti risulteranno si freddi ma secchi”.
“Prima di questa offensiva invernale c’è però da segnalare una nuova perturbazione, che ci raggiungerà giovedì portando piogge e rovesci soprattutto al Centro e sui versanti tirrenici, qui con anche temporali; ai margini il Nord con fenomeni soprattutto sull’Emilia Romagna e qualche fiocco di neve a bassa quota possibile sulle Alpi centro-orientali. Venerdì questa perturbazione si porterà verso il Sud mentre il tempo sarà in miglioramento al Nord e sulle centrali tirreniche” – concludono da 3bmeteo.
Bomba carta contro il Gussago calcio
Esplosione, nella notte, davanti alla sede della società dilettantistica bresciana del Gussago Calcio. Sul muro della sede è stata tracciata la scritta “Odio Bergamo”. A saltare in aria è stata una bomba carta che non ha provocato feriti ma solo danni. Il Gussago Calcio, negli ultimi giorni, è al centro di una polemica con i suoi ultras per la decisione di avviare una collaborazione con l’Atalanta, storica nemica del tifo organizzato bresciano. Sull’esplosione di questa notte indagano i carabinieri.
Si aggrappa al treno in corsa, braccio schiacciato
E’ stata operata a lungo, al San Matteo di Pavia, la ragazza di 15 anni ferita mentre stava cercando di prendere il treno in corsa alla stazione di Garlasco (Pv) ieri mattina. I medici stanno cercando di salvarle il braccio destro, rimasto gravemente lesionato nella caduta. In un primo momento sembrava che la ragazza fosse rimasta incastrata nelle porte del treno ma Trenord ha smentito questa ricostruzione spiegando che la giovane ha provato ad aprire un portellone dopo che la salita e discesa dei passeggeri era già stata completata.
“Milano riavrà il suo palazzetto dello Sport”
“I lavori per il nuovo Palalido proseguono-dice l’assessore Chiara Bisconti- e nei prossimi mesi saluteremo il ritorno di un impianto fondamentale per la città che tra tante difficoltà sta risorgendo. Sarà la casa di tanti sport , a partire dalla pallavolo, ma non solo: con Milanosport stiamo già componendo un palinsesto di appuntamenti anche non sportivi. Come tifosa dell’Olimpia e come milanese non posso che essere contenta del crescente successo di pubblico della squadra, l’affluenza al Forum ormai supera regolarmente le diecimila persone ed è quindi naturale che il Palalido con i suoi cinquemila posti non riesca a soddisfare le richieste. Continueremo a collaborare con Armani su diversi progetti comuni e al Presidente Proli e a tutto il team auguro successi sempre più grandi, specialmente in Europa a partire da stasera”. Lo ha dichiarato l’assessora allo Sport del Comune di Milano in merito alle affermazioni del presidente dell’Olimpia Livio Proli riguardo alla scelta di rinunciare al Palalido come “casa” dell’Armani.