4 cellulari sono stati trovati nelle celle a Vigevano. Lo ha comunicato il sindacato Sappe. Tre poliziotti sono stati aggrediti e feriti da detenuti durante la perquisizione.” I cellulari – sostiene il segretario Donato Capece – sono stati trovati in alcune celle della sezione detentiva a regime penitenziario aperto, soggetta alla vigilanza dinamica che riduce al minimo i controlli di sicurezza e la vigilanza della Polizia penitenziaria. Gli apparecchi sono stati sequestrati e se n’è data notizia agli uffici dipartimentali e regionali e all’autorità giudiziaria. Al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria chiediamo interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”
Droga, 7 arresti nel pavese
Sgominata dai carabinieri una banda italo albanese dedita allo spaccio di droga. 7 persone sono state arrestate, 4 denunciate. Sono stati sequestrati 10 chili di marjuana, 220 grammi di cocaina e 103 di hashish. L’attività illecita avveniva principalmente in un bar di Belgioioso (Pavia), utilizzato da alcuni degli indagati per effettuare incontri per stabilire i quantitativi di stupefacente che dovevano essere acquistati. In tale locale i fornitori oltrepadani, di origine albanese, incontravano il gestore, arrestato unitamente alla moglie, per accordarsi sul prezzo della sostanza e per decidere le modalità di consegna. Lo stupefacente veniva solitamente consegnato a Broni (Pavia) con scambio di borsoni da un veicolo ad un altro.
Volley, Casalmaggiore vince la Champions
Grande festa a Casalmaggiore per l’mpresa della Pomì che, battendo 3-0 le turche del Vakifbank Istanbul si aggiudica la Champions League femminile di volley. Dopo il primo scudetto conquistato l’anno scorso e la Supercoppa italiana, le ragazze allenate da Massimo Barbolini e trascinate da Francesca Piccinini hanno conquistato la Champions League superando nella final four giocata a Montichiari le favorite della vigilia.
Scivola e muore sul sentiero
Stava effettuando un’escursione in montagna, quando è scivolata per circa cento metri, ed è morta sul colpo. Vittima dell’incidente avvenuto ieri mattina a Brumano (Bergamo) in Valle Imagna al confine tra la Bergamasca e il Lecchese, una donna di 60 anni.Vani i soccorsi dell’équipe dell’elisoccorso del 118 e degli uomini del Soccorso Alpino.
Donna trovata morta in auto, è omicidio
Alle 10 di questa mattina, a Cusano Milanino un passante ha segnalato la presenza di un cadavere di una giovane donna, età apparente 30anni, all’interno di una Renault in sosta nel parcheggio pubblico ubicato tra le vie Pedretti e Rimembranze. Sul posto sono giunti i militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale Carabinieri di Milano Dalle prime verifiche effettuate sul posto dai Carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni, competente per territorio, si ritiene possa trattarsi di omicidio. La donna era vestita, l’auto era aperta, sul sedile posteriore c’era la borsa.
Del Rio a Monza
Domani pomeriggio, lunedì 11 aprile, arriverà a Monza il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che interverrà durante l’Assemblea dei 55 Sindaci MB, riuniti in Provincia per affrontare il tema delle infrastrutture e della mobilità in Brianza. All’ordine del giorno il tema caldo della Pedemontana e dei gravi ritardi nella prosecuzione dell’opera a causa della scarsità di risorse e del mancato closing finanziario. Tra gli argomenti in discussione anche il nodo delle infrastrutture su ferro e le preoccupazioni dei Sindaci rispetto al destino delle autolinee, oggetto di pesanti tagli negli ultimi mesi, anch’essi dovuti alle criticità finanziarie. “Mi aspetto un’occasione proficua di approfondimento sulle tante questioni aperte relative al futuro della mobilità in Brianza”, spiega il Presidente Gigi Ponti, che aveva voluto invitare in Provincia il Ministro Delrio durante l’ultima missione a Roma lo scorso febbraio.
Pizza, etnica piace
C’è la pizzeria macelleria e quella che è anche osteria, la pizzeria che è specializzata anche in fagotti o è una salumeria, quella che prepara pure rosticceria e specialità dolci arabe o insieme alla pizza offre sempre il kebab o gli involtini primavera. Uno dei piatti simbolo della cucina italiana nel mondo, la pizza, a Milano è ormai sempre più etnica, soprattutto se d’asporto. In città le pizzerie straniere hanno raggiunto i titolari italiani e sono pronte al sorpasso. Su quasi 1.300 imprese che nell’attività dichiarano di essere pizzerie, il 50% (oltre 600) è in mano a stranieri. Sono soprattutto egiziani che pesano da soli i due terzi degli stranieri (considerando solo le imprese individuali) e un quinto di tutte le pizzerie di Milano. Vengono poi gli imprenditori cinesi (16% delle piccole imprese del settore, 4,5% di tutte le pizzerie) e quelli turchi (7,4% e 2,1%). La maggior parte dei pizzaioli egiziani è originaria di Assiut, capitale dell’omonimo governatorato a grande concentrazione coopta, ma c’è anche la pizzeria mista egiziano-peruviana.
Emerge da una elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese relativi a quasi 5 mila imprese attive a Milano città nel settore della ristorazione di cui quasi 1.300 dichiarano di essere un pizzeria, tra somministrazione in loco e asporto. Il dato sullo Stato di nascita è calcolato sui titolari di impresa individuale straniera del settore.
Omeopatia sempre più diffusa
Più del 20 per cento degli italiani utilizza medicinali omeopatici almeno una volta l’anno e il 4,5 per cento della popolazione si affida alle cure complementari con una frequenza quotidiana o settimanale. In generale, oltre l’80 per cento degli intervistati conosce l’omeopatia.
Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio che “Omeimpres”e, l’associazione che riunisce le maggiori aziende italiane produttrici di farmaci omeopatici, ha commissionato a Emg Acqua che ha effettuato oltre 2 mila interviste su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. La ricerca, diffusa in occasione della Giornata internazionale dell’omeopatica in programma l’11 aprile, offre uno spaccato sui comportamenti, gli usi e le tendenze degli italiani nei confronti di un settore che, nonostante la crisi, continua a crescere. Basti pensare che nel 2015 il fatturato delle aziende aderenti a Omeoimprese è cresciuto in media del 3 per cento.
“Grazie a questa ricerca possiamo andare a capire quali sono le aspettative e al contempo i timori che gli italiani hanno nei confronti dell’omeopatia. I dati sono per noi molto positivi e interessanti, ma ci dicono che dobbiamo lavorare per cercare di informare sempre di più la popolazione su che cosa sia realmente l’omeopatia – spiega il Presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga -. In particolare è fondamentale sottolineare che si tratta di una medicina che non sostituisce le cure tradizionali ma le integra e affianca in maniera naturale e seguendo le caratteristiche e le esigenze di ognuno”.
Dal sondaggio emerge che il 60,4 per cento di chi usa medicinali omeopatici sono donne per lo più di un’età compresa tra i 35 e i 54 anni. Oltre la metà degli utilizzatori (53,7 per cento) ha un’istruzione superiore. Chi vive nel Nord-Ovest ha maggiore dimestichezza con la medicina omeopatica (34,4 per cento): seguono Nord Est (21,9 per cento), Centro (16,2 per cento), Sud (14,7 per cento), Isole (12,8 per cento).
La medicina omeopatica è conosciuta dall’80 per cento degli intervistati e chi ricorre all’omeopatia lo fa mediamente da 6,5 anni ed ha iniziato su consiglio del farmacista (22,6%), di parenti e amici (21,7%), del medico generico (15,3%), dello specialista (14,1%).
Con l’omeopatica gli italiani curano soprattutto riniti, raffreddori, influenze (63,6%), dolori articolari o muscolari (30,4%), allergie e problemi all’apparato respiratorio (21,8%). Il farmaco più popolare è l’arnica, usato più frequentemente dal 14,4% degli italiani. È tramontata la moda dei fiori di Bach, cui ricorre il 5.9% degli intervistati. In generale chi utilizza i medicinali omeopatici lo fa sempre di più. Nel corso del tempo il trend è cresciuto del 2,8 per cento. In crescita anche l’utilizzo di farmaci omeopatici soprattutto in pediatria. Quasi 3 italiani su dieci li utilizzano per i bimbi, in particolare dai sei anni in su, soprattutto per infezioni respiratorie.
Interessanti sono i dati relativi a ciò che la gente pensa della medicina omeopatica. Anche tra chi non utilizza l’omeopatia è evidente che la maggior parte degli italiani è consapevole del fatto che i medicinali complementari possano risolvere molti disturbi di salute (57 per cento) e li giudichi medicinali a tutti gli effetti (48 per cento).
Il maggior vantaggio rilevato dall’utilizzo dei farmaci omeopatici è legato all’assenza di effetti collaterali e controindicazioni (18,2 per cento). Il 15,5 per cento li usa perché non sono tossici e l’11,9 perché ritiene siano particolarmente adatti contro disturbi meno gravi quali l’ansia, lo stress, la cistite, la gastrite.
Al contempo, però, il 18,6 per cento degli intervistati continua a pensare che l’omeopatia sia meno efficace della medicina tradizionale, mentre un altro 18 per cento contesta il fatto che le terapie siano troppo lunghe. Per il 17,5 per cento degli intervistati i costi dei medicinali omeopatici sono troppo alti, sebbene vi siano degli studi certificati secondo cui l’utilizzo di questo tipo di farmaci porti un diretto risparmio al servizio sanitario nazionale.
Infine, chi cerca informazioni sui medicinali omeopatici e il loro utilizzo si rivolge in farmacia (40,6%), anche se il 39,3% pensa che sia una fonte da implementare. Infine, il 34, 6 per cento degli intervistai si aspetta che sia il medico generico a fornire informazioni sull’omeopatia.