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Ue, Marino “Deludenti molte audizioni dei commissari designati”

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Sono rimasto molto deluso dall’assenza di contenuti nell’audizione di Fitto; d’altronde molti dei commissari designati non hanno soddisfatto i membri del Parlamento europeo”. Lo ha dichiarato Ignazio Marino, eurodeputato di Alleanza Verdi Sinistra, in merito all’audizione di Raffaele Fitto, candidato alla vice-presidenza esecutiva della Commissione europea per Coesione e Riforme.

xf4/sat/gsl

Intelligenza Artificiale, Mulé “È anche un tema di sostenibilità”

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ROMA (ITALPRESS) – “Potremo avere bisogno di micro centrali nucleari solo per sostenere gli enormi consumi di energia dell’ intelligenza artificiale. Bene la discussione a Baku, ma forse stiamo vedendo un tempo che è già passato”. Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulé nel suo intervento, in Sala del Refettorio, all’ evento “Intelligenza artificiale. I prossimi passi nelle scienze politiche e nelle relazioni internazionali”.

(Fonte video: Camera dei Deputati)

Ue, Palmisano “Fitto non convince su Pnrr e autonomia”

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Fitto non ci ha convinto sul Pnrr, che è stato gestito male, e sull’autonomia differenziata”. Lo ha detto Valentina Palmisano, eurodeputata del M5S, in merito all’audizione del vicepresidente designato della Commissione Ue, Raffaele Fitto.

xf4/sat/gsl

Giacca azzurra per Nazionali equitazione,Di Paola “Nuovo e innovativo”

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VERONA (ITALPRESS) – Le Nazionali italiane della Federazione italiana Sport Equestri vestiranno d’azzurro dal 2025. La nuova giacca, infatti, che sostituisce quella di colore rosso, è stata presentata nel corso di un flashmob in ArenaFISE, nell’ambito della 126^ Fieracavalli Verona. Le particolarità riguardano il colore, l’autentico azzurro Italia che descrive e caratterizza il nostro Paese in tutto il mondo, oltre a comfort e lavorazione del miglior standard tecnico per garantire ad amazzoni e cavalieri la massima vestibilità per performance di altissimo livello in sella ai loro compagni di gara cavalli. “Abbiamo voluto proporre qualcosa di nuovo ed innovativo – ha detto il Presidente Fise Marco Di Paola – per rendere i nostri binomi ancora più riconoscibili nei campi gara più prestigiosi. La giacca rossa con il bavero verde e il bordo bianco ci ha accompagnato per tantissimi anni, adesso presentiamo una nuova e moderna divisa, che rappresenterà la bandiera italiana nelle prossime avventure equestri da vivere insieme all’amico cavallo”. gm
(Fonte video: Fise)

Le imprese artigiane venete credono nella sostenibilità

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MILANO (ITALPRESS) – “Ci sono due elementi che riguardano la questione della sostenibilità: la necessità e la sensibilità, noi stiamo lavorando su entrambe. Le imprese artigiane per loro natura devono essere sostenibili anche dal punto di vista ambientale, anche perché non vanno a trasferire le sedi all’estero”. A dirlo Matteo Ribon, Segretario regionale CNA Veneto, ospite di Focus ESG, format tv dell’Agenzia Italpress.

fsc/gsl

In Veneto una legge per valorizzare società benefit e imprese ESG

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MILANO (ITALPRESS) – “Abbiamo approvato una legge regionale che ha l’obiettivo di disciplinare la responsabilità sociale delle imprese. La politica deve occuparsene, perché dobbiamo garantire alle imprese anche una sostenibilità economica: dobbiamo essere sistematici. La legge valorizza le società benefit e sostiene le imprese ESG e abbiamo cercato di creare una piattaforma digitale per collegare il mondo pubblico al mondo privato”. A dirlo Roberto Bet, consigliere regionale del Veneto, ospite di Focus ESG, format tv dell’Agenzia Italpress.

fsc/gsl

Manovra, Biondo (Uil)”Nulla per emergenza salari e sicurezza lavoro”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Il 29 novembre scenderemo in piazza e lo faremo su base regionale, anche qui in Sicilia, a Palermo, per manifestare nei confronti di una legge di bilancio che intanto non valorizza una questione importante sul tema del lavoro: l’emergenza salariale. E poi c’è il tema della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro che questa manovra non affronta: ci sono più di tre morti al giorno e circa 500 mila denunce di infortuni”. Lo ha detto all’Italpress il segretario confederale nazionale Uil, Santo Biondo, a margine del consiglio confederale regionale della Uil Sicilia, a Palermo, tornando sui motivi della bocciatura da parte del sindacato della legge di bilancio, contro la quale scenderanno in piazza il 29 novembre in tutta Italia. (ITALPRESS).
col3/gsl

Maltempo nel Catanese, case allagate e torrenti esondati

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CATANIA (ITALPRESS) – Case allagate e torrenti esondati nel Catanese. Sono complessivamente 64 gli interventi dei Vigili del Fuoco per il maltempo eseguiti dalle ore 8 alle 12 in tutto il territorio della provincia di Catania. E sono in corso altri 13 interventi, riguardanti il soccorso a persone, danni d’acqua in genere, servizi di assistenza, dissesti statici e recupero di auto e veicoli. I territori principalmente interessati sono i comuni di Torre Archirafi, Riposto, Giarre, Acireale e Aci Sant’Antonio. Richiamato anche il personale dei Vigili del Fuoco in servizio straordinario per garantire supporto ed assistenza.
I Vigili del fuoco sono intervenuti per soccorrere alcune persone ed auto rimaste bloccate in via Aldo Moro ad Aci Sant’Antonio. La strada risulta totalmente allagata e le persone intrappolate dentro le loro auto. Il supermercato adiacente alla strada è completamente allagato e le persone all’interno sono state soccorse. Allagamenti anche ad Acireale, dove i Vigili del fuoco sono intervenuti per soccorrere una persona rimasta intrappolata in un’abitazione in via Rocco Chinnici. E nella frazione di Altarello, a Riposto, un fiume ha rotto gli argini ed ha invaso il piano terra di un’abitazione dove all’interno c’erano quattro persone, tra cui due disabili. Sul posto è intervenuto un mezzo anfibio. vbo/gsl
(Fonte video: Vigili del Fuoco Catania)

Scoperte in Valtellina tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa

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Un grande masso con orme di tetrapodi (anfibi o rettili, entrambi camminavano su quattro zampe) allineate a formare piste. Le orme più grandi hanno un diametro di circa 6 centimetri. Foto di Elio Della Ferrera

Un intero ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria a grana finissima, che
hanno conservato dettagli inimmaginabili, è rimasto nascosto fra le vette alpine per 280 milioni di anni. Ora la riduzione della copertura del ghiacciaio dovuta al cambiamento climatico lo sta riportando alla luce, rivelando incredibili tracce di vita e di natura preistorica: impronte di dita sottilissime, scie di lunghe code flessuose, increspature di onde sulle rive di antichi laghi e addirittura gocce di pioggia cadute sul fango,
prima che diventasse pietra incastonata nelle pareti delle Alpi Orobie Valtellinesi.

Particolare delle stratificazioni fossilifere. Durante l’orogenesi alpina (ovvero la formazione delle nostre montagne) questi antichi fondali lacustri sono stati innalzati e ruotati, diventando pareti quasi verticali.
Foto di Elio Della Ferrera.

I primi reperti, mostrati per la prima volta oggi durante una conferenza stampa al Museo di Storia Naturale di Milano, sono stati  recuperati in alta quota con una operazione spettacolare supportata da un elicottero. Nella prima traccia fossile si imbatte Claudia Steffensen, una escursionista di Lovero (SO), mentre percorre un sentiero della Val d’Ambria, nel comune di Piateda (SO), a 1700 metri di quota. Lo racconta all’amico Elio Della Ferrera, fotografo naturalista residente a Chiuro (SO), che scatta alcune foto e le invia a Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano – Comune di Milano Cultura, il quale contatta due colleghi specialisti in sedimentologia e icnologia: Ausonio Ronchi (Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente,
Università di Pavia) e Lorenzo Marchetti (Museum für Naturkunde – Leibniz Institute for Research on Evolution and Biodiversity, Berlino). Della scoperta vengono subito informati il Parco delle Orobie Valtellinesi, nel cui territorio ricade l’area dei ritrovamenti, e la competente Soprintendenza. Grazie a sopralluoghi successivi, a partire dall’estate del 2023 Elio Della Ferrera e i ricercatori fotografano e mappano centinaia di tracce fossili, che affiorano ancora in situ a quasi 3000 metri di quota sulle pareti verticali del Pizzo del
Diavolo di Tenda, del Pizzo dell’Omo e del Pizzo Rondenino, nonché negli accumuli di frana sottostanti. Su massi stratificati grandi anche qualche metro appaiono così orme di tetrapodi (rettili e anfibi) e invertebrati (insetti,
artropodi), spesso ancora allineate a formare “piste”, ovvero camminate che avvennero nel Permiano, l’ultimo periodo dell’Era Paleozoica.

“A quell’epoca i dinosauri non esistevano ancora, ma gli autori delle orme più grandi qui ritrovate dovevano avere dimensioni comunque ragguardevoli: fino a 2-3 metri di lunghezza” – afferma Cristiano Dal Sasso. Inoltre in questo nuovo sito, su alcune superfici sono fossilizzate orme di almeno cinque diverse specie di animali (trattandosi di
tracce e non scheletri, è più corretto parlare di icnospecie), il che permetterà di effettuare accurate ricostruzioni paleoecologiche.
“Le impronte sono state impresse quando queste arenarie e argilliti erano ancora sabbie e fanghi intrisi di acqua, ai margini di fiumi e laghi che periodicamente, secondo le stagioni, si prosciugavano” – precisa Ausonio Ronchi. “Il sole estivo, seccando quelle superfici, le indurì al punto tale che il ritorno di nuova acqua non cancellava le orme ma, anzi,
le ricopriva di nuova argilla formando uno strato protettivo”.
“La grana finissima dei sedimenti, ora pietrificati, ha permesso la conservazione di dettagli talvolta impressionanti, come le impronte dei polpastrelli e della pelle del ventre di alcuni animali” – sottolinea Lorenzo Marchetti. “Forma e dimensioni delle tracce indicano una qualità di preservazione e una paleo-biodiversità notevole, probabilmente
anche superiore a quella osservata in altri giacimenti della medesima età geologica nel settore orobico e bresciano”.

Oltre a tracce animali, in Val d’Ambria sono presenti – anche se più rari – fossili vegetali (fronde, frammenti di fusti e semi). Strutture sedimentarie altrettanto interessanti sono le fratture di disseccamento del suolo, le increspature da moto ondoso o da corrente e le impronte di gocce di pioggia, che stanno fornendo ai ricercatori molti elementi per
una dettagliata ricostruzione paleoambientale e paleoclimatica. Di questo, tramite esami sedimentologici e stratigrafici, si occuperà l’Università di Pavia, che ha già avviato due tesi di laurea affidate a Marco Cattaneo e Stefano Bonizzoni.
Per il Direttore del Parco Orobie Valtellinesi Massimo Merati “Le scoperte sono in continuità con quanto evidenziato alla fine del secolo scorso in Val Gerola e sul versante bergamasco: il territorio orobico si sta dimostrando un grande laboratorio a cielo aperto. Ma i ricercatori hanno bisogno di droni e altra strumentazione appropriata per mappare i
fossili sulle pareti verticali, e per recuperare i reperti che rischiano di essere sepolti dalle frane ci vorrà ancora l’elicottero. Trasportare a valle anche i massi situati a quote più alte è altrimenti impossibile”.

Il salvataggio dei primi fossili per via aerea, avvenuto 21 ottobre scorso grazie alla generosa collaborazione di Edison ed Elitellina, pare sia soltanto la prima di future – e altrettanto spettacolari – operazioni. “C’è ancora molto da fare, anzi gli studi sono solo all’inizio e si dovranno risolvere molti problemi legati anche alla logistica”- aggiunge Doriano Codega, Presidente del Parco Orobie Valtellinesi. “Il Parco è ben conscio dell’importanza della scoperta e da subito si è fatto parte attiva per valorizzare il sito. E’ un progetto ambizioso che richiede un grosso impegno e collaborazione, ma ci crediamo e da subito abbiamo garantito una prima tranche di fondi per
permettere l’avvio dell’attività di ricerca”.

“Il giacimento fossilifero scoperto in Val d’Ambria rappresenta una combinazione eccezionale di fattori geologici e paleontologici che deve essere indagata e tutelata. Questo nuovo geosito può diventare un importante caso di studio e trasformarsi in una palestra per ricercatori e studenti, nonché in un caso virtuoso di valorizzazione del patrimonio paleontologico da attuare anche con il supporto di privati” – aggiunge Stefano Rossi, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.
Qualcuno si domanderà a cosa serve tutto ciò. Il team di ricercatori è concorde: “Non c’è solo interesse scientifico in queste scoperte. Certamente, per estensione e potenza delle stratificazioni, questo nuovo sito rappresenta una importante integrazione dei giacimenti di impronte fossili della medesima età, già noti nella letteratura geo- paleontologica come Cisuralian tetrapod ichnoassociation, che ha reso il settore sudalpino italiano un sito di importanza mondiale.

Nondimeno, questi fossili testimoniano anche un periodo geologico lontano ma con una
tendenza al riscaldamento globale del tutto analogo a quello dei giorni nostri, con incremento dell’effetto serra (allora causato da immense eruzioni vulcaniche), scioglimento delle calotte polari e sviluppo di ambienti tropicali fortemente stagionali e sempre più aridi, che all’epoca favorirono i rettili rispetto agli anfibi e causarono l’estinzione
di molti altri animali. Il passato ha molto da insegnarci su cosa rischiamo di combinare ora, per causa nostra, nel mondo”.

 

Elio Della Ferrera ha un sogno: “Con adeguati finanziamenti si potrebbero trasportare a valle alcuni campioni rappresentativi di rilevanza estetica, oltre che scientifica, da esporre nella sede del Parco Orobie Valtellinesi e magari anche, come richiamo, in musei regionali più grandi, come quello di Morbegno”.
Anche il Museo di Storia Naturale di Milano è interessato a promuovere queste scoperte, offrendo uno spazio espositivo in una sala che, nei progetti già esistenti, sarà dedicata ai siti paleontologici lombardi.

Meloni alla Cop29 “La natura va difesa con l’uomo al centro”

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BAKU (AZERBAIGIAN) (ITALPRESS) – “La natura va difesa con l’uomo al centro. Un approccio troppo ideologico e non pragmatico su questo tema rischia di portarci fuori strada verso il successo. La strada giusta è quella della neutralità tecnologica, perché attualmente non esiste un’unica alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Cop29 di Baku.

sat/gsl (Fonte video: Presidenza del Consiglio)