fsc/gtr
(Fonte video: Quirinale)
La notizia di oggi che mi ha fatto rabbrividire è una intervista a Steve Bannon, definito qui in Italia come “lo stratega di Trump”. Uno molto potente, che in molti in Italia hanno corteggiato per tanto tempo. Intervistato dal Corriere della Sera dice un po’ di cose, nessuna delle quali banale, tutte quante assai preoccupanti. La prima: che la Meloni deve smettere di sostenere l’Ucraina e tornare ad adorare Trump, come fosse una groupie. La seconda: che l’Europa non conta un cavolo, e che gli Stati Uniti devono pensare solo a se stessi, come se non stessero pensando a se stessi mentre ci vendono il gas a prezzo ultra conveniente per loro. La terza: una vaga serie di minacce contro chiunque abbia dei dubbi sulle collocazioni politiche, in chiave internazionale, del movimento MAGA, ovvero Make America Great Again. La quarta: i dazi che verranno imposti a tutti quelli che vogliono esportare in America, con parole più che dure, violente. Altre cose non me ne vengono, ma l’intervista – se è stata riportata fedelmente dal Corriere della Sera, e non ho dubbi sulla professionalità di chi l’ha scritta – è di quelle da far rizzare le orecchie. Gli Stati Uniti sono un presidio di democrazia per il mondo. La prima presidenza Trump non ha rinnegato questo dna, così come non l’ha fatto nessuna presidenza prima e dopo Trump. Gli Stati Uniti sono sempre stati un pilastro per il mondo libero. Speriamo che continuino ad esserlo. E che Bannon non creda davvero alle cose che ha detto e ai toni che ha usato.
I carabinieri di Lissone (Mb), in collaborazione la sezione radiomobile della compagnia di Desio, hanno arrestato in flagranza di reato due romeni, in Italia senza fissa dimora, accusati di furto in abitazione in concorso e di possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso. Passate da poco le 3 di domenica, alla centrale operativa della dei carabinieri è giunta una richiesta di intervento da parte di un cittadino, il quale ha segnalato chea Lissone, in una zona vicino a viale Valassina, al piano terra di un condominio, presso le cantine dello stabile, era in corso un furto.
Giunti sul posto, i militari hanno constatato che le porte di tutte le 12 cantine presenti erano state forzate con la stessa modalità. E proprio durante il sopralluogo i carabinieri hanno sorpreso due uomini, un 33enne e un 28enne nascosti in un’intercapedine.
I due al momento del controllo indossavano dei guanti da lavoro ed avevano la
disponibilità di arnesi utili all’effrazione di porte e serrature, come un trapano estrattore per chiodi, dei cacciaviti, una chiave inglese ed una torcia. A seguito della perquisizione personale, sono stati trovati in possesso di un portafoglio da donna e di una collana. A poca distanza, nel corsello delle autorimesse, sono state, infine, trovate due grosse valigie, contenenti indumenti e generi alimentari risultati provento di furto ai danni delle cantine condominiali. Gli stessi sono stati riconosciuti dai proprietari, ai quali sono stati restituiti.
I due uomini sono stati arrestati per il reato di furto in abitazione e gli attrezzi in loro possesso sono stati sottoposti a sequestro.
Fischi e cartellini rossi per il sindaco di Milano Beppe Sala nell’aula del Consiglio comunale, dopo che il primo cittadino ha illustrato il piano per il nuovo stadio che Inter e Milan intendono realizzare nell’area di San Siro. I cittadini dei comitati civici, ambientalisti e di quartiere seduti tra il pubblico, dopo che Sala ha concluso il suo intervento si sono alzati in piedi e hanno interrotto la seduta con i loro fischietti e mostrando il cartellino rosso, gridando “vergogna” e “lo stadio non è di vostra proprietà, è dei cittadini”.
I comitati sono infatti contrari alla realizzazione del nuovo stadio nell’area di San Siro perché vorrebbero che venga ristrutturato il Meazza. Quest’ultimo invece, secondo i piani dei club in accordo con il Comune, verrà rifunzionalizzato nelle sue parti che non saranno demolite, perché sottoposte a vincolo.
“Penso che questa nuova prospettiva di vendita dello stadio e dell’area debba essere vista come un’opportunità per redistribuire risorse sulla città di Milano e portare miglioramenti alla vita dei cittadini milanesi” ha detto il sindaco Sala, intervenendo in consiglio comunale. Il valore finale dell’Agenzia delle entrate “è di 197 milioni“, ha ricordato Sala, di cui 124 milioni per le aree e 73 per la struttura di San Siro. Il ricavato poi servirà per “la città”. “Su questo voglio confrontarmi con voi tutti, oggi e nei mesi che verranno, per ragionare insieme su quale possa essere la destinazione migliore e di maggior impatto di questi fondi – ha detto Sala -, che io suggerisco siano rivolti allo sviluppo del quartiere, anche come parziale compensazione dei disagi che può comportare una trasformazione del genere, e alle fasce di popolazione più in difficoltà”. “Mi spingo oltre, auspicando che una proposta di destinazione di questi fondi nasca direttamente dal Consiglio Comunale di Milano”, ha concluso.
L’aula di Palazzo Marino ha approvato, con 24 voti favorevoli, 16 contrari e un astenuto, le linee guida proposte dal Pd sull’utilizzo delle risorse collegate alla vendita dello stadio, che puntano a riqualificare il quartiere San Siro, contrastare l’emergenza abitativa, rimodernare gli impianti sportivi delle periferie. La maggioranza di centrosinistra si è in parte spaccata su questo ordine del giorno, i consiglieri dei Verdi, Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara, Carlo Monguzzi, hanno votato contro, insieme al consigliere del Pd Alessandro Giungi. Si è invece astenuto, sempre nella maggioranza, il consigliere del Pd Rosario Pantaleo e quello della Lista Sala, Marco Fumagalli non ha partecipato al voto
pc/gtr