Anche i ricchi piangano: si torna a parlare di patrimoniale

C'è uno straniamento generale: si dice che ci sono soldi, che bisogna investirli, ma poi si sostiene anche che c'è la necessità di una patrimoniale // di Fabio Massa

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

Anche i ricchi piangano. Si torna sempre là. A quella pubblicità di un’era geologica fa, era il 2007 e Rifondazione Comunista era ancora una forza importante nel panorama politico italiano. Ancora una volta si torna a parlare di patrimoniale, ed è un concetto che a Milano – soprattutto a Milano – è di particolare importanza. Perché Milano ha la ricchezza diffusa in misura maggiore che qualunque altro posto in Italia. Intendiamoci: la patrimoniale è sicuramente una misura che colpisce chi ha di più e non chi ha di meno. Ma è davvero equa? La risposta è semplice: dipende. Dipende da che cosa si intende per patrimonio. Per esempio: una casa di 100 metri quadri a Capo D’Orlando costa più o meno 100mila euro. Una casa di 100 metri quadri in zona semi periferica a Milano ne costa 500mila. Eppure sono gli stessi 100 metri quadri in cui vivono studiano e dormono famiglie del tutto normali e non certo “ricche”, né a Capo D’Orlando né a Milano. Tuttavia la patrimoniale colpirebbe (poco, molto poco) la famiglia di Milano e non quella di Capo D’Orlando. A questo ragionamento si potrà opporre che sono i valori catastali e non commerciali ad essere presi in considerazione: peggio mi sento. Perché mentre a Milano li hanno aggiornati tutti, in molte altre parti d’Italia il Catasto è fermo ai tempi di Andreotti premier o forse prima. Così, indovinate un po’? Dove la burocrazia è migliore, si va a pagare di più. C’è poi un tema di straniamento generale. Perché da una parte si dice che ci sono i soldi, che bisogna investirli, si vanno a buttare soldi qui e là come se non fossero nostri, e dall’altra invece si dice che c’è la necessità di una patrimoniale? Sembra schizofrenia. Ma c’è ancora qualcosa di più. Ed è l’ipocrisia, sempre profonda e ben radicata: come è potuto accadere che Marchionne fosse un idolo per tutta la politica italiana, salvo che poi ha deciso di pagare le tasse in un altro Paese? Se i nostri modelli sono Marchionne, stiamo freschi. C’è poi un concetto di fondo, e di base, su cui bisogna mettersi d’accordo. Una tassa in più (perché di questo si tratta) aiuta oppure no un Paese che ha un deficit di attrattività? O forse non sarebbe meglio tassare fortemente i patrimoni “improduttivi”, ovvero le rendite che non producono ulteriore ricchezza? Perché la ricchezza serve a produrre ricchezza che auspicabilmente venga ridistribuita nella società.

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