L’impatto economico del Coronavirus che emerge dalle statistiche quantitative finora disponibili a livello nazionale è di dimensioni e caratteristiche senza precedenti: secondo l’Istat il PIL italiano si è contratto del -4,7% congiunturale nel primo trimestre 2020, la produzione industriale è scesa a picco a marzo con un crollo record pari al -29,3% tendenziale e nello stesso mese l’export ha registrato un drastico calo del -13,5%.

A livello regionale ci sono ancora di indicatori sintetici per valutare a pieno le conseguenze del lockdown sull’economia lombarda. Tuttavia, gli indicatori raccolti a marzo e aprile, pur parziali e incompleti, concordano nel delineare un quadro molto severo, più che nel totale nazionale, considerando che nella regione il Covid ha colpito prima e con maggior violenza. Questo in sintesi il quadro che emerge dall’analisi del Centro Studi Assolombarda, pubblicato su “Genio & Impresa”, a novanta giorni dallo scoppio dell’epidemia nel nostro Paese e a due settimane dall’inizio della ‘fase 2’. Lo studio analizza in particolare consumi di energia elettrica, utile proxy per comprendere l’andamento dell’attività produttiva. In Italia la domanda di energia segna -10% a marzo, per poi scendere del -17% ad aprile, toccando i livelli minimi dalla metà degli anni ’90. In Lombardia la flessione è stata maggiore, sia a marzo, -16%, sia ad aprile, -20%. Interpretando congiuntamente i dati sui consumi elettrici di Terna (che per circa sette decimi arrivano da industria e servizi) con le flessioni rilevate per la produzione industriale italiana a marzo (-29% tendenziale, fonte Istat) e ad aprile (-45%, stima CSC) e tenendo conto della maggiore esposizione della Lombardia all’epidemia, la caduta dell’attività produttiva in Lombardia a marzo segna un -35% rispetto a marzo 2019 e stimiamo una contrazione di almeno il -45% ad aprile.
La profondità del rallentamento dell’attività economica milanese e lombarda si legge inoltre nei transiti dei veicoli pesanti, in flessione rispetto al 2019 sulle tangenziali milanesi del -36% a marzo e del -50% ad aprile. Nei due mesi diminuisce anche il traffico merci nell’aeroporto di Malpensa, del -29% e poi del -35%. Anche con riferimento agli spostamenti delle persone, sia sulle tangenziali milanesi sia in città, la riduzione a marzo e aprile è molto significativa: gli indicatori convergano verso un -70% circa a marzo, e un -75-85% ad aprile.

Per quanto riguarda le riaperture coincidenti con l’avvio della ‘fase 2’, tra il 4 e il 10 maggio la flessione della domanda di energia elettrica in Italia è stata del -12%, che si confronta con il -22% del periodo compreso tra il 23 marzo e il 19 aprile, ossia il momento più buio del lockdown (escludiamo dal calcolo i dati dell’ultima parte di aprile perché poco confrontabili con l’analogo periodo del 2019 in cui si concentrarono festività pasquali, 25 aprile e 1 maggio). Gli effetti della ripartenza – sottolinea lo studio – sono quindi chiari nei numeri, ma permane un segno negativo nell’andamento nel confronto annuo che evidenzia come alcuni settori sono ancora chiusi e molti, tra chi ha riaperto, stanno sperimentando un riavvio graduale. Gli andamenti delle prossime settimane diranno di più sulla velocità di recupero dei gap rispetto al pre-crisi Covid. La ripartenza dal 4 maggio, pur limitata, trova riscontro anche nelle rilevazioni di Google maps sugli spostamenti delle persone per e da i luoghi di lavoro: infatti rispetto a gennaio e febbraio, gli spostamenti in Lombardia rilevati al 7 maggio segnano -48%, dopo essere scesi tra fine marzo e metà aprile al -70%. Sul fronte del mercato del lavoro si dispone ancora di statistiche per valutare le conseguenze della pandemia. Un punto di attenzione va comunque posto ai dati più recenti di CIG che nel complesso dei primi tre mesi del 2020 registrano un aumento del +13% rispetto al 2019, tutto per effetto delle richieste a febbraio (+45% nel singolo mese), pur non incorporando ancora gli effetti dell’emergenza Covid in quanto si tratta di richieste presentate fino al dicembre scorso. Ora che gradualmente l’offerta è ripartita, il vero punto su cui mantenere l’attenzione – viene sottolineato – sarà la velocità e l’entità della ripartenza della domanda, sia interna sia estera.

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