“Le imprese devono poter riaprire velocemente e in sicurezza, ma con regole certe, facilmente applicabili e sostenibili”.
E’ quanto chiede Confcommercio Lombardia in vista delle imminenti riaperture di molte imprese del commercio e dei servizi previste per il 18 maggio.
Confcommercio Lombardia ha sollevato “il tema delle regole, e di come queste possano essere concretamente applicate dalle imprese, alla nuova seduta del Patto per lo Sviluppo lombardo, facendo così propri e portando all’attenzione delle istituzioni i timori degli imprenditori della regione, per i quali la scelta tra aprire o no dipenderà essenzialmente dal modo in cui sarà consentito farlo. E’ quindi necessario sapere se le linee guida proposte dall’Inail siano prescrizioni vincolanti o meno perché, così come ipotizzate, rischiano di essere economicamente non sostenibili per le imprese”.
Per Confcommercio Lombardia “occorre ricordare come gli stessi imprenditori abbiano già ampiamente dimostrato grande senso di responsabilità, e siano i primi a volere una riapertura sicura e nel rispetto della salute, ma le regole devono essere sensate e di facile applicazione per tutte le oltre 140 mila imprese che si apprestano a ripartire. Non è pensabile, ad esempio, che pubblici esercizi e ristoranti possano riprendere l’attività con l’obbligo di mantenere 4 metri quadrati per cliente perché misure come questa, se rese obbligatorie, non sarebbero, in tutta evidenza, economicamente sopportabili”.
Sul tema della misurazione della temperatura, obbligatoria per dipendenti e raccomandata per i clienti dall’ordinanza 546 di Regione Lombardia, Confcommercio Lombardia evidenzia come, “anche solo all’atto pratico, per lunedì sarà impossibile reperire una quantità sufficiente di termoscanner per tutti; resta comunque un’indicazione che rappresenta una restrizione aggiuntiva rispetto a quanto previsto dal Governo, peraltro non condivisa. Potremmo dover arrivare a richiedere ai dipendenti di portare il termometro da casa, ma serve senso di responsabilità, conclude Confcommercio Lombardia, o si rischia il ridicolo.”