“Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito”. Sono le parole della mamma di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya nel 2018 e liberata lo scorso 9 maggio. “Vogliamo stare in pace” ha aggiunto la signora ribadendo di non voler lasciare ulteriori dichiarazioni. Intanto il profilo Facebook di Silvia Romano non è più visibile dopo i numerosi attacchi ricevuti tra cui quello per la sua conversione alla religione musulmana, sui quali la Procura di Milano ha aperto un fascicolo.
L’ordine degli psicologi lombardi ha definito in un comunicato “un ulteriore trauma sul trauma” e “un pericolo grave per il suo benessere” gli attacchi che in questi giorni sono rivolti alla giovane cooperante milanese. Nello stesso comunicato hanno chiesto un “opportuno silenzio” e ricordato di “non lasciar strumentalizzare questa situazione da persone senza competenza in materia e mosse da sentimenti primitivi”.
Chiuso il profilo FB di Silvia Romano, la Procura apre un’inchiesta sugli attacchi social
L’ordine degli psicologi lombardi ha definito in un comunicato “un ulteriore trauma sul trauma” e “un pericolo grave per il suo benessere” gli attacchi che in questi giorni sono rivolti alla giovane cooperante milanese.