Atm, fino al 60% degli autisti sarebbe positivo ai test sierologici

I primi risultati dei test tra i conducenti dei mezzi di superficie dicono che 6 su 10 sarebbero entrati in contatto con il virus. Crescono i timori in vista dell'aumento della circolazione. Atm smentisce i numeri.

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FIno al 60% dei conducenti di tram, bus e filobus di ATM Milano sarebbe positivo agli anticorpi per il coronavirus secondo i primi risultati dei test sierologici. Percentuali simili, se non più elevate, a quelle registrate nelle residenze per anziani e più alte di quelle negli ospedali. Da lunedì gli esami si allargheranno a 100 al giorno, sempre che gli autisti siano disposti a farli. Che il virus abbia viaggiato (e tanto) sui mezzi pubblici di Milano è ormai una certezza. Nelle chat dei lavoratori dell’azienda trasporti di Milano i primi dati sulla positività dei primi conducenti sottoposti ai test sierologici girano da giovedì: tra gli autisti la preoccupazione è molto alta perché, come riporta anche Radio Popolare https://www.radiopopolare.it/primi-dati-screening-coronavirus-atm/   tra i primi 50 conducenti esaminati, tutti già in quarantena, il dato arriva al 60%. E si tratta di contagi nel periodo del lockdown, quando il flusso di passeggeri era minimo. Ora si attendono le conferme e soprattutto i dati della prossima settimana, visto che da lunedì saranno più di 100 al giorno i conducenti che volontariamente vi si sottoporranno. Ci sarà da vedere poi il risultato dei tamponi per chi è positivo alla prova seriologica. Sembra però che in tanti non vogliano fare il test perché con il ripristino del 100% delle corse sono tornati gli straordinari e molti non possono permettersi una settimana di malattia in attesa dei risultati e altri 20 giorni in quarantena in caso di positività. Uno dei primi problemi ora sono anche le proteste dei passeggeri quando i mezzi si riempiono oltre il consentito, nonostante il servizio al 100%, e gli autisti devono invitarli a scendere: spesso non lo fanno, a volte volano insulti. Il rischio di essere aggrediti è concreto, la “security” aziendale arriva dove può. Non resta che chiamare la centrale operativa e le forze dell’ordine e aspettare che arrivino. Il distanziamento sociale lasciato alla responsabilità dei cittadini, come da video appello di Sala, rischia di essere una misura troppo blanda soprattutto in previsione del numero sempre crescente di persone che torneranno a muoversi in città. Fin dall’inizio dell’emergenza Radio Lombardia ha più volte scritto e chiesto conto della mancata distribuzione tra i conducenti di mascherine, guanti e disinfettanti (arrivati col contagocce solo dopo molto tempo). Abbiamo riportato (soli e nel silenzio inspiegabile degli altri mezzi di comunicazione) le denunce dei conducenti sulle carenze nella sanificazione della flotta. Risultato: smentite piccate da parte di Atm, silenzio da parte del sindaco Beppe Sala, dell’assessore ai Trasporti, delle forze politiche della città. E quando abbiamo interpellato i sindacati sul problema sanificazione la risposta è stata: “abbiamo firmato i protocolli, non abbiamo notizie di particolari problemi”.  Purtroppo, sembra, non avevamo tutti i torti.

https://www.radiolombardia.it/2020/04/17/la-disinfezione-atm-scopino-paletta-e-via-la-denuncia-degli-autisti-video/

https://www.radiolombardia.it/2020/04/28/benvenuti-sul-coronabus-e-non-e-ancora-il-4-maggio/

https://www.radiolombardia.it/2020/02/22/coronavirus-preoccupazione-tra-i-dipendenti-atm/

Riceviamo da Atm e pubblichiamo

In relazione alla notizia pubblicata sul sito della vostra testata sui risultati dei test rapidi effettuati ai dipendenti Atm, l’Azienda smentisce categoricamente i numeri dai voi pubblicati, numeri del tutto infondati che non trovano riscontro nelle risultanze degli esami e pertanto privi di qualsiasi attendibilità. Trattandosi di dati particolarmente sensibili in questo momento, Atm ritiene che i risultati da voi divulgati possano generare ingiustificato allarme nella collettività. Pertanto Atm si riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dell’Azienda e dei suoi dipendenti.

Sulla vicenda ha preso posizione il sindacato Cobas con il seguente comunicato

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