I medici di famiglia lombardi attaccano la Regione Lombardia, che per la Fase 2 non fa altro che “riproporre l’esistente, lasciando di fatto immutate le criticità risultate evidenti nella gestione di questa pandemia. Registriamo l’incapacità di analisi della situazione e soprattutto l’assenza di un’analisi degli errori”. E’ quanto sottolinea Paola Pedrini, segretario della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale) Lombardia, commentando il documento della regione sulla Fase 2. “Un evento catastrofico spesso rende inevitabili gli errori, ma gli errori devono essere riconosciuti, vanno corretti, non vanno nascosti”, continua in una nota. “La proposta del passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale comporterebbe il venir meno del rapporto di fiducia tra medico e paziente, sostanziato dalla fine della libera scelta del cittadino, tanto cara a chi governa la nostra regione. Questa proposta inoltre comporterebbe quanto meno un raddoppio dei costi attuali per gli oneri riflessi, l’obbligo per la Regione di fornire idonei locali e strutture, di fornire tutto il personale necessario (infermieri e amministrativi) e non solo un modesto e parziale rimborso come avviene attualmente, di garantire le turnazioni dei medici che non potrebbero essere di certo utilizzati 12 ore al giorno, quindi quanto meno un raddoppio degli stessi, cosa impossibile in quanto si fatica già a coprire gli organici attuali. A meno che, con un’inappropriatezza di linguaggio a cui siamo stati abituati, non si volesse intendere solo la volontà di introdurre norme che rendano il medico di famiglia succube della politica, come già purtroppo è avvenuto per i colleghi che lavorano negli ospedali. Non ci sembra pertanto necessario commentare oltre”