E i figli dove li mettiamo? L’Italia è un posto bellissimo. Si fanno le cose, ma non si pensa molto alle conseguenze. Così capita che si ipotizza la fase 2 ma con le scuole chiuse e con i nonni fuori gioco. Come facciamo a tornare al lavoro se i nostri figli sono a casa? Quelli grandi, vabbè, se la spasseranno. Ma i piccoli? Li portiamo in redazione, o in ufficio, o in fabbrica? Ovviamente, come al solito, le cose sono tutte scombinate. Già adesso è un incubo fare lo smartworking e la scuola smart, che proprio smart non è perché ci sono intere collettività senza alcun tipo di video-lezione, e parliamo della provincia di Milano e in particolare di Lacchiarella, tanto per non far nomi. In casa mia, ad esempio, ci alterniamo. La mattina i bimbi giocano in cameretta e noi lavoriamo, poi mia moglie segue la fase compiti, e io continuo a lavorare. E noi siamo fortunati perché mia moglie è part-time. Ma figuratevi quelli che per 8 ore o più devono stare inchiodati a call e tutto il resto, alienante e stupido, e senza veri orari perché visto che sei a casa sei sempre disponibile. Chi li segue i figli? Rincoglioniscono davanti alla televisione, benedetta televisione. Come potrebbe essere diverso. Ecco, io sono per riaprire. Ma non si può riaprire se i figli non sappiamo dove lasciarli. Datevi una svegliata, perché le cose fatte a metà generalmente non solo fanno schifo, ma fanno pure incazzare la gente.
Coronavirus, che bella la fase 2. Ma i figli dove li mettiamo?
Datevi una svegliata, perché le cose fatte a metà generalmente non solo fanno schifo, ma fanno pure incazzare la gente