“35% di spostamenti calati, i lombardi hanno capito di dover restare a casa” si apre così il giornaliero incontro su Facebook da Palazzo Lombardia per aggiornare i cittadini sullo stato d’emergenza che la regione sta vivendo da settimane a questa parte a causa dell’epidemia da Covid-19.

“E’ una battaglia dura, ma il virus si può sconfiggere, bisogna guardare sempre oltre la siepe”. Dopo la testimonianza del giornalista Carlo Gaeta dall’ospedale di Legnano dove è ricoverato per lottare contro il Coronavirus, l’assessore al Welfare della Lombardia Gallera ha riportato i dati odierni riguardanti l’emergenza: “37.298 (+2.409) i positivi, 11.137 (+456) i ricoveri, 1.292 (+29) le terapie intensive, 8.001 (+200) i dimessi, 5.402 (+541) i decessi.” “Dati ancora un po’ alti” ha commentato l’assessore, spiegando che il numero decessi scenderà per ultimo come vogliono le statistiche, proprio perché “sono persone entrate in ospedale tempo fa, che si sono aggravate”.

“Si possono commettere errori, ma abbiamo sempre dato il massimo”, dice Gallera. La buona notizia però è che “in tutti i pronto soccorso si registra una riduzione degli accessi e questo è un dato molto confortante”, fa presente l’assessore, aggiungendo che “gli sforzi stanno dando dei risultati, così negli ospedali iniziamo leggermente a tirare il fiato”.

Il punto sull’assistenza domiciliare. “Stiamo attivando delle unità di medici di continuità assistenziale (USCA), che su indicazione dei medici di medicina generale andranno a visitare i pazienti direttamente a casa”, è un modello che è già partito settimana scorsa, ma avrà il via definitivo nei prossimi giorni ha puntualizzato Gallera. “Per i primi sintomi bisogna chiamare il medico di medicina generale, che deciderà se inviare un unità in visita o meno. A quel punto i medici a domicilio decideranno se sarà il caso di ricoverare oppure no il paziente. Così si crea un cuscinetto tra il paziente e l’ospedale”.

 

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