“Le aziende sanitarie devono mettere i professionisti nelle condizioni di lavorare in totale sicurezza. Se è vero che gli operatori sanitari non possono essere messi in quarantena per il solo fatto di essere venuti a contatto con persone infette è altresì vero che, proprio a causa dell’ignoranza dell’eventuale positività del paziente, i lavoratori devono utilizzare tutte le precauzioni del caso. Sono tremila in Lombardia gli operatori sanitari positivi a Covid-19”. A scriverlo è Donato Cosi, coordinatore regionale del sindacato NurSind Monza e Brianza, nella diffida inviata alle azienda sanitarie della Lombardia, al presidente della Regione Attilio Fontana, all’assessore al Welfare Giulio Gallera e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro della Salute Roberto Speranza. La situazione negli ospedali della Lombardia sta precipitando. Oltre alla mancanza di disposizioni di sicurezza per evitare il contagio (facciali filtranti FFP2 e FFP3, calzari, tute protettive, camici impermeabili monouso, guanti e visiere), gli operatori sanitari asintomatici (ma che sono venuti a contatto con pazienti Covid positivi) non vengono sottoposti al tampone. “Non possiamo andare avanti così – ribadisce Donato Cosi – è inutile che la Regione Lombardia metta restrizioni a chi porta il cane a fare i bisogni o a chi corre al parco se poi manda nelle corsie degli ospedali operatori che possono essere stati contagiati, ma che non lo sanno perché non vengono sottoposti al tampone, continuando a lavorare e a interagire con le persone”. Con la nuova disposizione regionale solo gli operatori sanitari sintomatici possono fare il test, gli altri pur avendo avuto contatti con pazienti positivi ma non presentando febbre e/o tosse non vengono sottoposti al tampone. All’ospedale Fatebenefratelli di Milano l’altro giorno, per esempio, sono arrivate mascherine da carpentiere. Lo ha denunciato il sindacato Adl Cobas Lombardia.