Luciano Gualzetti

L’emergenza Coronavirus è un pugile che sta colpendo l’Italia sotto vari aspetti: quello sanitario in primis, quello economico e anche quello sociale. Conseguenze di un Paese stretto anche dalla morsa della paura, dell’ansia e dall’insicurezza. Un Paese, il nostro, che rallenta, perché così bisogna fare quando in ballo ci sono delle vite: la salute viene prima di ogni altra cosa. E allora bisogna starsene a casa, per il nostro bene e quello altrui: è l’appello chiaro e deciso ripetuto da più di una settimana. Le ripercussioni sono però quanto più evidenti e lo sono state fin dai primi giorni in cui il Decreto ministeriale per il contenimento del virus ha preso atto. Ripercussioni economiche e ripercussioni sociali, dicevamo. “Le misure giustamente assunte delle autorità stanno avendo un impatto molto pesante per le persone più in difficoltà” comunica Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana. “Con la chiusura delle scuole, ad esempio, i bambini hanno smesso di usufruire della mensa scolastica, per cui chi veniva a fare la spesa da noi, ha dovuto riempire il carrello di più oppure è passato più spesso. Ma c’è anche chi ha già visto peggiorare la propria condizione economica già al limite della sussistenza. Ci sono colf e badanti, assunte in nero, che hanno perso i loro clienti e ci chiedono un aiuto maggiore”. Dal 24 febbraio gli 8 Empori della Solidarietà hanno accolto con i loro 80 volontari circa 250 utenti al giorno, per un totale di 3500 persone. E a queste sono stati distribuiti 4,6 quintali al giorno di generi alimentari. Come agire allora in un futuro di fronte a questa ipotizzabile crisi sociale? “Dobbiamo iniziare a prepararci sin da ora ad affrontare la crisi sociale che sta esplodendo dentro questa emergenza sanitaria. Già adesso ci sono categorie più colpite: dai senza tetto a chi va avanti con lavori saltuari.” dice Gualzetti, prevedendo che presto “arriveranno ai nostri centri di ascolto tutte quelle persone che non potranno usufruire delle misure di protezione che il governo si appresta a mettere in campo, dalla cassa integrazione in deroga ai congedi familiari. Saranno loro a pagare il costo sociale più salato a questa crisi. Anche se fino ad ora se ne parla ancora poco”.

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