Coronavirus e incoscienza, ci vuole il disegnino?

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Ci vuole il disegnino. Dopo gli aperitivi sui Navigli con Zingaretti (positivo al Coronavirus), i #milanoriparte di Beppe Sala, che per fortuna sta bene, le fughe al sole sulle spiagge liguri, le fughe al sole in montagna a sciare tutti ammassati in coda per prendere la funivia, Salvini in Trentino col tagliere di salumi, la ginnastica di gruppo al parco, il giro al centro commerciale coi pargoli “che si annoiano e noi nonni non ce la facciamo più e questo il governo lo sa?”, e potremmo andare avanti con uffici e imprese che fanno finta di niente e non si organizzano a svuotare fin dove possibile fino a che non arriva il decreto d’emergenza, ancora pare proprio che il concetto non sia entrato in testa. Ora, con gli ospedali al limite, mentre non si vede la luce in fondo al tunnel, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, in autoisolamento e  per ora negativo, ha postato su Facebook il disegnino che è inutile descrivere perché lo vedete voi stessi ed è un disegnino. Più chiudi adesso e stai a casa e riorganizzi tutto quello che si può riorganizzare per l’emergenza prima riapriremo tutto. Ci vuole il disegnino per capire che se avessimo limitato, frenato, chiuso tutto due o tre settimane fa oggi non saremmo in questa situazione? Pare di no. Gli imprenditori veneti, per esempio, ieri sera (ieri sera!) volevano riaprire tutto.

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