Dice di stare meglio adesso in carcere rispetto alla sua vita precedente il trentunenne bengalese che lo scorso 12 agosto aggredì e ferì in varie parti del corpo con un coccio di bottiglia una donna di 64 anni in largo La Foppa a Milano. Lo si legge all’interno della perizia psichiatrica ordinata per l’uomo dal gip Guido Salvini. Nella perizia – attraverso i colloqui col 31enne in carcere – viene ricostruita la vita del bengalese: nel suo paese vendeva troppo poco e così, 8 anni fa, fu spronato dalla famiglia a partire per l’Italia. Un viaggio costato quasi 15mila euro e un permesso di soggiorno pagato 7 mila euro – si legge nella perizia – per poi lavorare a tre euro l’ora in una fabbrica tessile nel napoletano. L’accertamento psichiatrico ha rilevato un’ ”elevata pericolosità sociale” per l’uomo data dal rischio di nuovi raptus aggressivi immotivati e imprevedibili; se questa sarà accertata al bengalese verrà applicata una misura di sicurezza in un’apposita Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Intanto dovrà essere fissato il processo con rito abbreviato e, se verrà riconosciuto dal gup il “disturbo psicotico breve”, come attesta la perizia, il 31enne verrà assolto.