Sondrio: bimba nigeriana muore al pronto soccorso, insulti razzisti alla madre disperata

2
18170

Pronto Soccorso dell’ospedale di Sondrio. Sabato scorso 14 dicembre. Una giovane mamma nigeriana, 22 anni, arriva in preda al panico con in braccio la sua bimba di 5 mesi che non respira più. Codice rosso. È in arresto cardiocircolatorio, pare un caso di morte bianca del quale è stata subito informata l’autorità giudiziaria. Medici e infermieri intervengono istantaneamente. Le provano tutte ma la piccola muore. Le urla di dolore della mamma sono strazianti. Ma disturbano. Disturbano – come riferisce il sito SondrioToday, riportando la denuncia pubblica di Francesca Gugiatti, insegnante e consigliere comunale di opposizione, lei stessa al pronto soccorso per un malessere – diverse altre persone in attesa di essere visitate. Qualcuno dice che perdere un figlio per gli africani non è poi così importante “perché tanto ne sfornano uno all’anno”. Qualcuno dice che quelle urla sono un “rito tribale”. Peggio: “un rito satanico”. Deridevano, gli altri pazienti, mentre “la scimmia” urlava distrutta dal dolore di una perdita irreparabile. “Quanto adeguate devono essere – scrive SondrioToday – le urla di una madre per la morte di chi non ha ancora visto il mondo per non disturbare le persone in coda al Pronto Soccorso?”. Questo accade in una delle città più benestanti non solo della Lombardia ma dell’intero Paese, dove nelle urne trionfano la Lega e il sovranismo, dove poi si torna a casa e in casa ci sono l’albero e il presepe. Si, il presepe, quello “delle nostre tradizioni che non si toccano”.

2 Commenti

  1. Ma cosa siamo diventati? Mi vergogno tremendamente di appartenere al popolo italiano, un tempo così aperto e ospitale. Non auguro a queste capre di provare il dolore della perdita di un figlio ma solo di aprire gli occhi e capire, smettendola di pensare con il “cervello” degli altri.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.