I lavoratori della filiera edile sul ponte di Annone Brianza: “non ci fermeremo, a testa alta!”

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Si è svolto questa mattina il flash mob degli operai e degli impiegati della filiera delle costruzioni sul ponte della strada provinciale n. 49 all’altezza dell’incrocio con la strada statale n. 36 di Annone Brianza. I circa 600 lavoratori che hanno partecipato provengono dai cantieri, dalle fabbriche e dagli uffici della Lombardia e rappresentano i diversi settori (Edilizia, Cemento, Lapidei, Manufatti in Cemento e Laterizi, Restauratori). L’iniziativa, collocata nell’ambito di una mobilitazione nazionale di FENEAL, FILCA, FILLEA, ha avuto lo scopo di sollecitare le istituzioni competenti a programmare la manutenzione preventiva delle opere, dei viadotti, dei ponti e delle strade. “Non è più tollerabile che si ripeta la tragedia di Annone Brianza”. I partecipanti hanno osservato 1 minuto di silenzio in memoria di Claudio Bertini il 68 enne morto sotto il crollo del ponte il giorno 28 Ottobre 2016.

“Non chiediamo l’aumento delle risorse economiche da investire, chiediamo lo sblocco dei finanziamenti già approvati” fanno sapere con un comunicato i lavoratori. Solo il 6% dei finanziamenti stanziati, infatti, sono stati spesi per realizzare le opere. Dallo sviluppo della rete ferroviaria per lo spostamento di persone e merci, dal collegamento dei porti e aeroporti con la rete ferroviaria nazionale, dall’implemento delle opere infrastrutturali dei mezzi pubblici nelle città, dal completamento di alcune opere stradali (es. Autostrada Pedemontana Lombarda), dal raddoppio di alcuni tratti ferroviari in Regione Lombardia ( es. Milano-Mantova, Bergamo-Monza, ecc.), dal quadruplicamento della ferrovia Rho- Gallarate; transita lo sviluppo sociale ed equilibrato di un paese nell’alveo di una economia circolare che sia compatibile con l’ambiente. Infatti la filiera dell’edilizia, percepita molte volte come antitetica agli ecosistemi naturali, deve dare il suo fondamentale contributo alla realizzazione dell’economia circolare. Le manifestazioni nelle 100 piazze d’Italia, sono state realizzate anche per richiedere una vera politica industriale del settore, una riforma previdenziale che riconosca che non tutti i lavori sono uguali ai fini dell’accesso pensionistico, un contrasto dell’elusione contrattuale all’evasione fiscale e al lavoro nero, una corretta applicazione del CCNL edilizia in cantiere, una “contro riforma” del codice degli appalti che privilegi l’offerta economicamente più vantaggiosa e non scarichi sulle condizioni reali dei lavoratore la concorrenza sleale tra imprese e infine una riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori e pensionati.

Nel pomeriggio si svolgeranno gli incontri nelle Prefetture dei diversi territori per illustrare la situazione delle opere bloccate e per sollecitare tramite i Prefetti, il Governo, la Regione e Comuni per la realizzazione di un piano quinquennale di manutenzione preventiva delle opere esistenti. Inoltre verrà evidenziata la reale condizione dei lavoratori nel settore, chiedendo di inviare una missiva al governo circa la situazione generale della filiera dell’edilizia di ogni singolo territorio. L’incontro svoltosi ieri con l’assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia, dott. Alessandro Mattinzoli, ha registrato delle risposte interlocutorie che lasciano aperte diverse strade. L’assessore si è detto disponibile a valutare nell’ambito delle misure o legislative (modifica alla legge n. 11 del 2014 sullo sviluppo) o di erogazione delle risorse (bandi per le imprese) la definizione di norme, anche con accordo sindacale, che introducano delle premialità a favore del rispetto delle norme virtuose; mentre si è detto piuttosto perplesso – senza però escluderne il ricorso – ad un accordo che modifiche l’attuale codice degli appalti. L’assessore ha proposto di proseguire il confronto anche in sede tecnica per individuare eventuali convergenze da definire.
FENEAL, FILCA e FILLEA della Lombardia hanno dichiarato disponibilità a proseguire il confronto dichiarando che privilegiano un accordo che determini la modifica dell’attuale codice degli appalti. La mobilitazione generale continuerà anche nei prossimi mesi.

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