Dai campi di provincia a quelli di Serie A, il razzismo negli stadi non conosce differenze di categorie. La partita stavolta non è quella tra Hellas Verona e Brescia e al centro non c’è una star del calcio come Mario Balotelli. Eppure il clamore è lo stesso, se non più forte. Si disputa Aurora Desio contro Sovicese, Pulcini 2009. Una semplice partita di calcio giovanile, un momento di amicizia, condivisione e fair play, come lo sport insegna e come dovrebbe essere sempre, in particolar modo tra bambini di 10 anni. E invece la partita, senza motivo, si scalda, fino all’attimo in cui un piccolo giocatore di colore dell’Aurora si sente insultare con quella frase choc – “negro di merda” – proveniente da una mamma della squadra avversaria. Il bambino finge indifferenza e con grande forza d’animo e maturità incassa e continua a giocare. Ma la frase resta e a fine partita riferisce quelle parole al mister e poi ai genitori, parole non sfuggite neanche ai compagni di squadra. Immediata la reazione della squadra di Desio che denuncia l’accaduto con un post sulla propria pagina Facebook e che il prossimo fine settimana scenderà in campo con il volto dei giocatori dipinto di nero. Iniziativa sposata anche dall’altra società, la Sovicese.
La lettera della società Aurora Desio Calcio:
Al Ministro dello Sport Vincenzo SpadaforaAll'Assessore Regionale allo Sport Martina CambiaghiAl Sindaco con delega…
Publiée par Aurora Desio Calcio – Settore Giovanile sur Lundi 4 novembre 2019