Presidio davanti all’hotel Principe di Savoia a Milano, questa sera, di proprietà del sultano del Brunei, paese nel quale una recente modifica del codice penale ha introdotto la pena di morte per lapidazione per adulteri e omosessuali. Lo organizza Arcigay in contemporanea con un altro presidio a Roma davanti all’hotel Eden, altra proprietà del sovrano islamista radicale. “La radicalizzazione delle legge coranica in Brunei, che prevede la lapidazione per l’adulterio e gli atti omosessuali, rappresenta la restaurazione di codici medievali, perciò una inaccettabile violazione dei diritti umani è un attacco alla modernità.”: così Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “Il sonno della politica su questi temi non solo ha permesso il permanere in molti paesi di una criminalizzazione dell’omosessualità, ma ha offerto il via libera a fanatici come il sultano del Brunei ad aggiungere il proprio Stato alla lista dei luoghi in cui l’omosessualità è oggetto di persecuzione e condanna.
Che nel 2019 un Paese introduca la pena di morte per le persone omosessuali o adultere è un qualcosa che dovrebbe scuotere le coscienze nella comunità internazionale e provocare una reazione forte e determinata che induca il Brunei a cancellare questo provvedimento. Non ci si può girare dall’altra parte e fare finta di niente, per questo aderiamo con convinzione al boicottaggio internazionale verso le attività economiche del Sultanato del Brunei e domenica 14 aprile terremo un presidio di protesta davanti all’Hotel Eden di Roma e all’Hotel Principe di Savoia di Milano, di proprietà del Sultano. Non daremo i nostri soldi a chi ci vuole lapidare”, conclude. Entrambi i presidi si terranno alle 19.