Alcol alla guida e molestie, perché Ousseynou Sy guidava un bus?

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Ousseynou Sy, l’autista del bus di Autoguidovie che ieri ha tentato di fare una strage sequestrando 51 ragazzini di una media di Crema, due insegnanti e una bidella, è guardato a vista nel carcere di San Vittore. L’uomo in passato si era visto sospendere la patente per guida in stato di ebbrezza e nel 2018 era stato condannato a un anno – pena sospesa – per molestie su una minore. Però era alla guida di autobus e ieri, sapendo che in programma c’era un viaggio con una scolaresca, aveva programmato la strage per “vendicare i morti in mare”. I suoi documenti di guida erano in regola e non aveva mai dato segni di squilibrio – secondo i suoi superiori – però i suoi precedenti non erano noti alla compagnia di trasporti. Si apprende questa mattina che Ouesseynou Sy, quando gli fu sospesa la patente, si mise in malattia e quindi la società non seppe nulla.  L’europarlamentare leghista Angelo Ciocca però chiede le immediate dimissioni dei vertici di Autoguidovie. “E’ inconcepibile – sottolinea Ciocca – che una persona condannata per molestie a un minore ed una denuncia per guida in stato di ebbrezza possa lavorare come autista pubblico ed accompagnare a scuola i nostri figli ogni giorno. I vertici di Autoguidovie hanno responsabilità ben precise ed è solo per merito delle nostre forze dell’ordine se la strage è stata evitata”.

I CARABINIERI OMAGGIANO COLLEGHI “EROI DI MILANO”

E’ indirizzata ai “nostri Eroi” di Milano”, la lettera dell’Arma dei Carabinieri dopo l’intervento con cui ieri i militari hanno bloccato l’autista del bus dirottato e dato alle fiamme con a bordo 51 bambini. “Nel giorno in cui nasce la primavera – si legge nella lettera pubblicata anche su Facebook -, festeggiamo cinquantuno bambini tornati a casa. Cinquantuno bambini, la primavera della vita. È stato tutto molto semplice, tutto come mille altre volte: una richiesta di soccorso, l’allerta della Centrale, l’intervento. È stato straordinario. Voi in pochi, di fronte a un autobus impazzito che vi speronava, a una minaccia terribile e mortale, alle fiamme che già divoravano le lamiere. Avete vinto. Nessuno si è fatto male, nemmeno chi di quell’orrore era stato l’artefice. Perché le vite si salvano tutte. Siete stati gli angeli della strada, i supereroi che volano fra i grattacieli proteggendo la metropoli, l’argine contro la follia. Noi in tanti, 110 mila, che di fronte a tanto abbiamo solo una parola. Grazie. Grazie per averci resi orgogliosi della nostra uniforme. Per aver ricordato chi sono i Carabinieri, che cosa fanno da più di due secoli. Sono quelli che corrono verso il pericolo laddove l’istinto umano è fuggirne. Quelli che vedono in ogni bambino un figlio, in ogni donna una sorella, in ogni anziano un genitore. Grazie perché domani sarete di nuovo sulla strada. Correndo alla prossima chiamata, pensando che in fondo non avete fatto che il vostro dovere”.

 

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