“È vero, l’ho uccisa io, ma non volevo. E non ho bruciato il suo corpo”, ha detto davanti agli inquirenti Chiara Alessandri, la 44enne di Gorlago nella Bergamasca, fermata la notte scorsa dopo un interrogatorio di cinque ore con l’accusa di aver ucciso a martellate Stefania Crotti, di un anno più giovane, e poi di aver dato alle fiamme il cadavere abbandonato nelle campagne di Erbusco in provincia di Brescia. I carabinieri hanno spiegato che la donna, al momento, è l’unica indagata. “Crediamo abbia fatto tutto da sola, ma stiamo ancora lavorando”, ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo Paolo Storoni che con i colleghi di Brescia sta conducendo le indagini coordinate dalla Procura di Brescia.Stefania Crotti è stata uccisa a colpi di pinza e martello, gli stessi attrezzi trovati sotto il cadavere carbonizzato.
Il delitto è avvenuto nel garage dell’abitazione a Gorlago dove vive Chiara Alessandri, quando in base ai giorni stabiliti dalla separazione, si alterna con il marito. A portare in quella casa la vittima è stato un imprenditore 62enne, amico della donna,ignaro di tutto. Si è presentato fuori dall’azienda dove lavorava Stefania Crotti con una rosa rossa e un biglietto con scritto “Ti amo”. L’ha convinta a salire in auto dicendole che una persona voleva farle un regalo e che avrebbe però dovuto bendarla per aumentare l’effetto sorpresa. La donna, convinta che ad aspettarla ci sarebbe stato il marito per sancire l’inizio di una seconda vita matrimoniale dopo la crisi dei mesi scorsi, si è fatta accompagnare. Arrivati a casa di Chiara Alessandri, l’uomo, a lungo interrogato ed estraneo all’omicidio, se n’è andato lasciando sole le due donne. È stato proprio lui a presentarsi dai carabinieri quando si è reso conto dagli appelli sui giornali, venerdì mattina, che la donna che mancava da casa l’aveva lui stesso portata dalla Alessandri il pomeriggio precedente.