Liberi professionisti incensurati, nati e cresicuti in Lombardia, che si rivolgono alla ‘ndrangheta consapevoli dei suo metodi violenti, per riscuotere un debito. E’ il nuovo scenario svelato dall’operazione “Linfa” della Direzione Investigativa Antimafia di Milano (scaturita da una prima operazione) che ha portato oggi all’arresto di 5 persone, 3 in carcere e due ai domiciliari, per estorsione aggravata dal metodo mafioso. La mente, secondo le indagini, è Paola Galliani, 49 anni, imprenditrice del settore finanziario, che insieme al suo collaboratore Enrico Verità ha chiesto l’intervento di Giuseppe Morabito, Massimo Ferraro e Federico Ciliberto, riconducibili alle cosche Pesce e Bellocco, per riscuotere un credito. “Io scateno la belva” ha detto la donna in una intercettazione. L’imprenditopre che le deve 60 mila euro è stato così attirato nel suo studio a Legnano il 20 gennaio 2017 e pestato a sangue. La vittima non ha mai denunciato le violenze. “E’ uno scenario inquietante” ha commentato il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Alessandra Cerreti, titolare dell’inchiesta insieme al Procuratore Aggiunto Alessandra Dolci e il Sostituto Procuratore Cecilia Vassena.