Dettori: “Crollo ponte di Genova sia monito per il futuro”

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 “Mai come in questo momento possiamo dire che qui c’è il motore del Paese, un motore alimentato da una trasformazione e rigenerazione del territorio che consolida un’area metropolitana, cosmopolita, inclusiva e con capacità competitive rispetto alle altre grandi aree metropolitane del mondo. Ma mentre qui ci si muove, il peso di un sistema Paese inadeguato ci appesantisce: attenzione ad attaccare troppi vagoni al locomotore, perché arriva il momento che si ferma tutto e si brucia il generatore. Bisogna mettere mano alle leggi che regolano i Lavori Pubblici nell’ottica della crescita e della sicurezza dei cittadini, per consentire che le risorse disponibili diventino vera spesa pubblica! Bisogna iniziare a spendere le risorse in bilancio dello Stato per la manutenzione del territorio, delle infrastrutture, per la messa in sicurezza dei luoghi dove si vive e si lavora. Non c’è da chiedersi se quella norma o quell’articolo di legge o del codice dei contratti possano essere adeguati o rispettosi del complesso dell’ordinamento stabilito, se non funzionano bisogna cambiarli. Qui c’è urgenza di riorganizzare lo Stato, riportare una base tecnica preparata e competente sul campo, a tutela degli investimenti, dei cittadini e delle imprese, che sono sempre di meno e sempre meno attrezzate, perché sono obbligate a concorrere oggi in un clima che non riconosce e non premia il confronto sul piano della competitività sana e del risultato”.
Così ha dichiarato Marco Dettori, Presidente di Assimpredil Ance, l’Associazione del sistema Ance che raggruppa le imprese di costruzione delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza, nel corso dell’Assemblea Annuale, che si è aperta con un video sulla tragedia del Ponte Morandi ed un minuto di silenzio in ricordo delle vittime. Il nostro Paese che ha visto la realizzazione delle infrastrutture, delle reti della mobilità, delle connessioni fisiche, progressivamente si è fermato per l’ormai tristemente consolidata abitudine contemporanea all’attendismo imperante, generata dalle promesse e dalla propaganda della politica della seconda Repubblica.

“Alla manutenzione di ponti, dighe, strade, alla costruzione di nuove reti, al completamento di un progetto per il futuro – ha affermato Dettori – si sono sostituite altre priorità e le risorse sono andate altrove. Pazienza se un piano generale di manutenzione straordinaria di infrastrutture e opere civili potrebbe creare occupati, PIL, crescita o nascita di nuove aziende, reddito e imposte. L’importante è essere seduttivi e sedativi”.
Ma se un Paese vuole essere al passo con i tempi, se vuole essere moderno, se vuole esistere, deve investire. Deve manutenere ciò che ha e che gli serve, deve controllare che le condizioni di sicurezza esistano e siano presidiate, deve sostituire ciò che non è più utile, deve adeguare ciò che è inadeguato, deve avere rigore nei collaudi. E deve darsi degli strumenti idonei affinché i processi di adeguamento e di cambiamento siano effettivamente realizzabili: Pubblico e Privato non possono essere antagonisti del processo di rigenerazione del sistema infrastrutturale.

“Io credo – ha continuato il presidente di Assimpredil Ance – che sia venuto il momento di prendere qualche decisione, che non si possa più aspettare, perché la relazione tra le procedure amministrative e Codice appalti sta diventando la tomba dell’avvenire delle opere pubbliche, in tutta Italia ed anche sul nostro territorio”.
Anche Milano, se rimaniamo nell’alveo delle opere pubbliche, non è un’isola felice, perché più che altrove, il peso di uno Stato inadeguato è una zavorra che pesa. “I Lavori Pubblici sono un campo da riformare – ha proseguito Dettori – ci aspettiamo che da qui si parta e si faccia subito! Perché, se è vero che noi siamo i primi della classe, che lo vogliamo essere e abbiamo dimostrato che sappiamo esserlo in molti altri campi, non è accettabile continuare a far finta che vada tutto bene. A meno che non si pensi di ricorrere sempre e comunque alle deroghe, alle leggi speciali, ai poteri straordinari”.

Parlando poi dell’area metropolitana di Milano, Dettori la descrive come: “un sistema che ha saputo reagire e che sta raccogliendo i risultati del grande sforzo di reinventarsi in termini di sviluppo sostenibile. Siamo nella nuova “Energy City” popolata di giovani, ai quali vanno consegnate garanzie di continuità, di ambiente favorevole, di crescita, di lavoro, impegno e riconoscimento del merito, un potenziale che ci dà la spinta necessaria per guardare al futuro nelle strategie del presente. I grandi operatori che stanno investendo nel nostro territorio possono stimolare qui la rinascita di un settore industriale che faccia scuola in Italia e nel mondo. Ma proprio a tal proposito vogliamo lanciare un alert: che non si apra un ulteriore problema sul Piano di Governo del Territorio di Milano! Perché l’attrattività di un territorio è un mix di fattori che devono rimanere in equilibrio: contesto, regole, mercato devono convergere e creare le condizioni di fiducia per chi deve investire ed operare. A Milano con il Tavolo “C’è Milano da fare” abbiamo lavorato con la struttura e gli assessorati del Comune, i rapporti sono stati intensi, aperti, franchi e proficui – ha continuato il Presidente di Assimpredil Ance – ma l’introduzione degli ambiti di rigenerazione ambientale e la loro disciplina, la articolazione delle quote e qualità di edilizia residenziale sociale, nonché il paventato aumento della superficie filtrante nei casi di demolizione e ricostruzione sono temi sui quali dobbiamo auspicare un rinnovato confronto con l’Amministrazione nell’ottica condivisa dello sviluppo della città e del sostegno alla crescita dell’economia di questo territorio.La nostra preoccupazione è che, a fronte delle scelte strategiche sulla città, che condividiamo appieno, si facciano passi indietro sulla disciplina urbanistica che queste scelte dovrà governare e che si finisca per dare attenzione solo alle grandi trasformazioni della città dimenticandosi delle piccole e medie realtà di operatori che sono la storia imprenditoriale di questo territorio. Viviamo in un momento di grandissime opportunità per poter ripartire e ma non riusciamo ancora a liberare il potenziale che il sistema produttivo delle costruzioni può attivare. Ho fiducia – ha concluso Dettori – che ci siano le condizioni per “fare”, partendo da quanto di buono c’è in questo territorio, in primo luogo il rapporto con le Istituzioni, il Comune di Monza e Lodi, la Prefettura, il mondo delle professioni e delle associazioni, la bilateralità dell’edilizia, le università e la Camera di Commercio. Assimpredil Ance è una casa per noi imprenditori in cui possiamo riconoscerci e confrontarci, sempre più orientata all’ascolto dei bisogni della categoria, presente e propositiva sui grandi temi della città, del territorio e delle norme”.

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