C’era una volta Pinocchio.

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C’era una volta Pinocchio. Eccomi, sono tornato. Più in forma che mai. Diciamo che dopo una tre giorni come quella dello scorso week end, chiamata Italia Direzione Nord, che ha portato davvero tutti i protagonisti di Milano e della Lombardia al Palazzo delle Stelline, un po’ di stanchezza c’è stata. Ma oggi eccoci. Ci siamo. E siamo pronti a raccontarvi che? Che cosa vi raccontiamo oggi? Non vi raccontiamo niente su Milano. Parliamo di donne, oggi. Allora, so che quanto sto per dire possa risultare urticante. Ma la vita è questa, e io vengo pagato per dire cose urticanti. L’argomento è quello innescato dal maialone di Hollywood con il quale sono andate decine di attrici e attricette, e che adesso tutti condannano. Perché? Perché è giusto condannarlo. Chi abusa del proprio ruolo va pestato a sangue, metaforicamente parlando. Il problema è che si è innescata una strana dinamica su Facebook. Tutte le donne di sinistra che conosco stanno postando le loro esperienze nelle quali ritengono di essere state molestate. Legittimo. Utile? Non so. Si sta riversando su ogni maschio, alfa beta o gamma, una palata di violenza femminista senza precedenti. Come se tutti gli uomini fossero degli stupratori. Come se tutti avessero molestato. Ho letto alcune testimonianze: sembrano quelle di uomini goffi che ci provavano, magari con ragazze più giovani. Senza neanche allungare una mano. Solo con una parola. Tutti molestatori? Non penso. In Italia, come al solito, c’è il problema del pendolo. Si passa dalle mogli che prendono le botte dai mariti orchi, e stanno zitte a quelle che – emancipatissime – pretendono di essere abbordate solo da uomini giovani e carini. Ma visto che la società, al netto delle violenze che avrebbero bisogno della gogna pubblica e – in certi casi – anche delle punizioni corporali, è fatta di uomini e donne con pregi e difetti, ci sarà sempre l’uomo che ci prova maldestramente, con maleducazione, e magari pure con l’alito cattivo, ma senza alzare un dito per usare violenza. Basta dirgli di no, e se non basta stampargli cinque dita sul faccione. Senza troppi drammi e con molta serenità.

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