In una conferenza stampa nella sede di via Bellerio il segretario della Lega, Matteo Salvini, parla di “attacco alla democrazia” dopo il sequestro dei conti correnti del partito deciso dai giudici del Tribunale di Genova che hanno accolto la richiesta della Procura sul blocco di circa 49 milioni. Questo in seguito alla condanna, lo scorso 24 luglio, di Umberto Bossi e dell’ex tesoriere del partito Francesco Belsito per truffa ai danni dello Stato. Secondo la sentenza di primo grado, emessa a Genova, gli ex vertici della Lega hanno utilizzato per spese personali decine di milioni di euro ottenuti tra il 2008 e il 2010 come rimborsi elettorali. “E’ pacifico che la Lega Nord abbia percepito il profitto dei reati commessi dai suoi rappresentanti Bossi e Belsito e che tale profitto, costituito da somme erogate come rimborso elettorale, “sia costituito da bene fungibile e aggredibile indipendentemente dalla prova del nesso pertinenziale diretto con il reato”. Lo scrivono i giudici del Tribunale genovese. “Abbiamo il massimo rispetto per la Lega e per tutti i partiti. Ma noi non abbiamo messo in atto nessun attentato alla Costituzione, anzi è stata intrapresa una azione a tutela del Parlamento”. Lo ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. “Camera e Senato – ha spiegato Cozzi – si sono costituiti parte civile nel processo per avere risarcito un danno derivante dalla erogazione di contribuiti che non dovevano essere dati perché fondati su bilanci non corretti”. “Noi abbiamo agito a tutela del Parlamento. E – ha aggiunto Cozzi – i processi che questo ufficio manda avanti dimostrano che non si guarda in faccia a nessuno e, tantomeno, a nessun colore politico”. Salvini ha annunciato ricorso contro il sequestro. Il partito, al momento, non sa come pagare nemmeno i fornitori dei gadget.