Lombardia, commemorato Paolo Borsellino

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“Quella strage è stato il punto più alto  della potenza  della mafia contro lo Stato ma ha rappresentato anche un punto di svolta,  l’inizio di una presa di coscienza nazionale che ha portato poi alla sconfitta della piovra. Sta alle nostre coscienze oggi, e a tutti noi, portare avanti i valori che uomini come Paolo Borsellino ci hanno lasciato”. Così il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo ha aperto la cerimonia di commemorazione al 31esimo piano di Palazzo Pirelli, organizzato dalla Commissione regionale Antimafia, per ricordare i il 25esimo anniversario della strage di via D’Amelio, l’attentato mafioso nel quale persero la vita a Palermo, il 19 luglio del 1992, il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta.  Per Cattaneo “la strage ha aiutato anche noi in Lombardia a prendere coscienza di quanto fosse imponente la forza della mafia. Una mafia che allora pensavamo lontana dal nostro territorio ma che poi abbiamo imparato a capire che aveva già intaccato le regole della convivenza anche qui da noi. Questo ci ha fatto alzare la guardia e ci fa fatto più consapevoli e più capaci di resistere”.

Per il Presidente della Commissione Antimafia Gian Antonio Girelli “la commemorazione vuole sottolineare la volontà di tutta Regione Lombardia di essere presente nel dire no alla mafia e nel mettere in campo azioni di contrasto all’illegalità. Tanto è stato fatto, soprattutto nella consapevolezza e nella coscienza,  ma tanto resta ancora da fare. Momenti come questi servono per ribadire la volontà di esserci tutti assieme”. Alla commemorazione –  alle 16,58, nel momento esatto in cui 25 anni esplose a Palermo l’autobomba che uccise Borsellino e la sua scorta c’è stato un minuto di silenzio – hanno preso parte anche  don Virginio Colmegna,  il Sottosegretario di Regione Lombardia con delega alla Legalità Gustavo Cioppa, altre autorità civili e militari e tanti consiglieri regionali. Nel corso della manifestazione è intervenuto anche anche Nando Dalla Chiesa che ha presentato il suo libro “Una strage semplice”, un testo che ricostruisce il contesto in cui maturò la strage di Capaci e quella successiva di via D’Amelio. Ne è seguito un dibattito, moderato dal consigliere regionale del PD Fabio Pizzul.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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