Bergamo, le Mura patrimonio dell’umanità

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Le Mura venete di Bergamo Alta sono patrimonio dell’Umanità: ieri l’Unesco ha definitivamente sancito l’iscrizione del sito costituito da città murate in Italia, Croazia e Montenegro, con Bergamo capofila. Un riconoscimento molto importante per Bergamo che, proprio grazie alla cittadella murata, è diventata una meta turistica molto frequentata. La commissione si è riunita a Cracovia, in Polonia, dove era presente anche il sindaco della città, Giorgio Gori.

L’assemblea Unesco riunita a Cracovia

LA STORIA DELLE MURA

Le ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e XVII secolo Stato da Terra – Stato da Mar occidentale’ sono costituite da sei componenti fortificate situate in Italia, Croazia e Montenegro, che formano un sistema esteso per oltre mille chilometri tra la Regione Lombardia in Italia, e la costa orientale adriatica. La serie nel suo complesso rappresenta una significativa rappresentazione tipologica delle fortificazioni costruite dalla Serenissima tra il XVI e il XVII secolo, un periodo molto importante nella lunga storia della Repubblica di Venezia. Inoltre il sistema e’ rappresentativo delle modalita’ di intervento, dei progetti, dei nuovi criteri riconducibili all’architettura militare ‘alla moderna’ poi diffusa in tutta Europa.
L’introduzione della polvere da sparo ha comportato importanti trasformazioni delle tecniche e dell’architettura militare, cambiamenti che si riflettono nella progettazione delle fortificazioni denominate alla moderna. Gli apparati difensivi dello Stato di Terra (a protezione della Repubblica dai potentati europei del nord-ovest) e dello Stato di Mare (a difesa delle rotte marittime e dei porti, dal Mare Adriatico fino a Levante) erano entrambi necessari per proteggere l’assetto territoriale e il potere della Repubblica di Venezia. Durante il Rinascimento, il vasto e strategico territorio della Serenissima fu lo spazio ideale per sostenere la nascita dei sistemi bastionati o ‘alla moderna’. Gli elementi di eccezionale valore universale sono molteplici: dalle colossali operazioni di scavo per i percorsi ipogei, alle realizzazione di complessi manufatti che riflettono i nuovi requisiti costruttivi messi a punto tra XVI e XVII dai tecnici della Repubblica. Al valore del sito contribuisce fortemente il
contesto paesaggistico in cui si inseriscono le sei componenti, ciascuna in grado di offrire notevoli suggestioni visive all’interno del proprio contesto; inoltre gli elementi della serie inseriti all’interno di tessuti urbani medievali preesistenti o interessati da interventi riconducibili a piu’ recenti periodi storici hanno mantenuto chiaramente la loro matrice veneziana e ciascuna opera testimonia ancora oggi la propria funzione tattica nell’ambito del sistema complessivo. Le opere di difesa veneziane alla moderna costituiscono un’eccezionale testimonianza dell’architettura militare che si e’ evoluta tra XVI e XVII secolo e che ha interessato territori vasti e le loro interazioni. Nel loro insieme, le componenti testimoniano la presenza di una rete difensiva unica tra Stato da Terra e Stato da Mar occidentale incentrato sul Mare Adriatico storicamenteconosciuto come Golfo di Venezia. Tale progetto difensivo ebbe connotazione civile, militare e urbane che si estesero oltre il bacino mediterraneo spingendosi a Oriente.

L’Eco di Bergamo di oggi celebra l’avvenimento con una sovracopertina al numero in edicola.

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