Sarà sabato 1 luglio (ore 21) l’inaugurazione della XIII edizione del Festival Internazionale “Musica sull’Acqua”, nella cornice dell’Abbazia di Piona, sulla sponda lecchese del lago di Como a Colico, posta sulla punta della piccola penisola dell’Olgiasca. Per una edizione che ha per titolo “Costellazioni” – in programma fino al 22 luglio -, l’apertura non poteva che spettare a ‘due stelle fisse’ della grande musica da camera dell’Ottocento, ilTrio op. 114 di Brahms nella più rara versione per viola, pianoforte e violoncello e lo splendido Quintetto in mi bemolle maggiore op. 44 di Schumann per archi e pianoforte. Ne saranno interpreti musicisti d’eccezione, amici ormai abituali del Festival come Simone Briatore (prima viola dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia), cui si aggiungono per la prima volta al Festival Christophe Morin (violoncellista della Mahler Chamber Orchestra), Michail Lifits pianista che ha suonato nelle principali sale concertistiche di tutto il mondo, Verena Maria Fitz (violinista dell’Orchestra Mozart e fra i primi violini della Bayerische Staatsoper) e Francesco Senese, violinista, fondatore e direttore artistico del Festival, membro della Lucerne Festival Orchestra e dell’Orchestra Mozart; ad essi si affianca il giovane talento di Benedetta Senese, pianista che proprio a Colico, nella scuola di “Musica R. Goitre” ha avviato i suoi studi musicali.
“Prendendo spunto dalla celeberrima partitura di The planets (1914-16) di Gustav Holst, un’opera di grande suggestione e di raro ascolto in Italia, che sarà eseguita durante il Festival nella versione originale per due pianoforti – racconta Francesco Senese – il programma del Festival di quest’anno, dal titolo ‘Costellazioni’, vuole costruire un arco che spazi nella produzione musicale del primo Novecento, nella storia più recente come nel mondo romantico ed antico, gustando i numerosi colori e profumi di questa ricchissima produzione musicale. E lo facciamo grazie alla voce di tanti amati musicisti che da anni sono con noi durante questo mese di festival e di nuovi amici che ci onorano della loro attesissima presenza, come il contralto Sara Mingardo, per un percorso di musica insieme anche ai giovani degli atelier che si arricchiscono con un programma orchestrale speciale che vuole far crescere sempre più questo progetto”.
Saranno principalmente due, e straordinari per la loro bellezza, i luoghi che accoglieranno gli otto concerti del Festival: oltre all’Abbazia di Piona a Colico (Lc), ci sarà la chiesa di S. Maria del Tiglio a Gravedona (Co), dall’architettura in stile romanico, costruita utilizzando la pietra locale del marmo bianco di Musso e la pietra nera di Olcio. Ma la manifestazione accenderà di musica anche la città di Colico con gli appuntamenti del Caffè del Festival: piccoli concerti con programma a sorpresa da assaporare insieme a un buon bicchiere di vino sulle rive del lago in compagnia di artisti internazionali ospiti del Festival. Il primo sarà proprio domenica 2 luglio (ore 18), all’Enoteca Portovino con i musicisti dell’inaugurazione, cui si aggiungono Anton Dressler al clarinetto e Roberto Armocida al sax in un programma a sorpresa che saprà incuriosire il pubblico.
Il Festival proseguirà venerdì 7 luglio (ore 21, Abbazia di Piona) con l’attesa esecuzione di The Planets di Gustav Holst (1874-1934): un’opera di grande suggestione e di raro ascolto in Italia, scritta dal compositore inglese tra il 1914 e il 1916, che sarà eseguita da Enrico Pace e Igor Romanella versione originale per due pianoforti. Sette movimenti – ciascuno ha per titolo il nome di un pianeta e il suo carattere astrologico -, che saranno impreziositi dalla presenza dei ragazzi degli atelier del festival, impegnati nelle azioni sceniche con il Corpo Mimico del Festival guidato daTony Lopresti, e nell’Ensemble di percussioni del Festival diretto da Christian Guyot, di cui sarà eseguito ad apertura di concerto La voie Lactée.
Una presenza che dà ancor più lustro a questa edizione del Festival, è quella di Sara Mingardo, uno dei migliori contralti oggi di fama internazionale, per la prima volta ospite del Festival. Sabato 15 luglio sarà protagonista di un concerto notturno (ore 22.30) nella cornice magica della Chiesa di Santa Maria del Tiglio a Gravedona. Con l’Orchestra giovanile del Festival presenta un programma di musica barocca del Seicento italiano – pensiamola pure come una stella antica eppure ancora così luminosa – alla ricerca degli “affetti in musica” di Monteverdi, Cavalli, Marini, Falconiero, Uccellini e Salvatore.
Dalla stella del barocco, si passa a una stella giovane, ma già luminosa e ancora in espansione, qual è la musica americana del primo e secondo Novecento che Andrea Rebaudengo (pianoforte),Francesco Senese (violino) e Roberto Armocida (saxofono) eseguono nel concerto di chiusura del Festival venerdì 21 luglio (ore 21) all’Abbazia di Piona. Accanto a nomi come Gershwin o Cage, entrati già in repertorio, si affianca una nuova costellazione, quella disegnata da musicisti irregolari come John Adams, Aaron Jay Kernis, Phil Woods e John Williams: stelle di diverse luminosità e magnitudo, ma riuniti dalla passione per il suono nuovo: il suono di fine Millennio.
A completare il programma il secondo concerto del Caffè del Festival sabato 22 luglio (ore 18) all’Hotel Risi, ospite d’eccezione Victor Morosco, uno dei più grandi jazzisti saxofonisti americani. Mentre domenica 9 luglio la musica accompagnerà il Caffè del mattino (ore 9.30) con l’appuntamento A colazione con…, ospite il Quartetto Matamoe impegnato nel Quartetto in la minore op. 13 di Mendelssohn.
Anche quest’anno anteprima del Festival saranno gli atelier: i tradizionali laboratori creativi di manipolazione dell’argilla, percussione, mimo, orchestra, dedicati ai più giovani e in programma dal 26 giugno al 7 luglio. Un nuovo approccio alla fruizione e all’esperienza musicale, che permette l’incontro tra arti diverse, promuovendo la formazione e la divulgazione musicale e puntando sempre a un livello artistico altissimo. Quella degli Atelier è un’attività ormai consolidata e negli ultimi anni è cresciuta molto diventando sempre più importante: la gestione è sempre più complessa e i costi più corposi, ecco perché da quest’anno è possibile sostenere il progetto atelier grazie a una specifica campagna di crowdfunding il cui ricavato sarà utilizzato per retribuire gli artisti che terranno i laboratori, acquistare i materiali necessari a svolgere le attività e coprire i costi per l’allestimento degli spettacoli che verranno realizzati coi partecipanti durante il periodo del festival.