Vaccini obbligatori, bombe carta e volantini contro Lorenzin a Bergamo

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Resti di due piccole bombe carta con chiodi e volantini contro contro il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sono stati ritrovati questa mattina davanti alle sedi delle aziende sanitari Bergamo Ovest di Ponte San Pietro e Papa Giovanni XXIII di Sant’Omobono Terme, nel Bergamasco. Sotto accusa la decisione di rendere obbligatorie le vaccinazioni. Gli ordigni non hanno provocato danni e sono stati trovati già esplosi. Lo ha riferito l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, esprimendo “solidarietà al ministro per i gravissimi atti intimidatori accaduti nella notte”, scoperti dagli operatori delle strutture. Gli episodi sono stati rivendicati dal Mab, Manipolo Avanguardia Bergamo, una formazione di estrema destra.

Gallera punta il dito contro “chi, su un argomento importante come i vaccini e la salute dei cittadini, sta utilizzando la violenza, inasprendo i toni di un dibattito già di per sé incomprensibile perché mette in dubbio verità scientifiche”. “Sull’argomento vaccini – tuona l’assessore – si stanno superando i limiti, dimenticando che al centro c’è una questione prima di tutto di salute pubblica che le Istituzioni hanno il dovere di tutelare mantenendo le percentuali di adesione ai vaccini al di sopra della soglia del 95%, identificata come condizione essenziale per garantire l’immunità di gregge e quindi la salute dell’intera comunità. Partendo dal presupposto che i vaccini rappresentano l’unico strumento che abbiamo a disposizione per sconfiggere determinate malattie, e che rappresentano quindi l’unica scelta per la salute dei cittadini – incalza Gallera – risulta incomprensibile l’acceso dibattito che si è sviluppato sull’argomento, che ha come conseguenza quella di disorientare le famiglie su scelte che invece sono fondamentali per la salute e che poggiano su solide basi scientifiche”. Il responsabile della Sanità lombarda conclude con un appello: “Invito tutti ad abbassare i toni e auspico che i gesti gravissimi, come quelli contro il ministro Lorenzin o quelli subiti dal professor Burioni nei giorni scorsi, non si ripetano più”.

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