“Giù i muri, serve integrazione”. In vista della marcia antirazzista del 20 maggio, il sindaco Beppe Sala in un’intervista a Repubblica interviene sul tema dell’immigrazione e torna a commentare il blitz del 2 maggio davanti alla Stazione Centrale. “Ho condiviso con il questore Cardona la necessità di concordare le modalità con cui intervenire in futuro, tenendo conto delle nostre politiche di accoglienza e della sensibilità di questa città. È quella di sabato prossimo la vera fotografia di Milano, non quella della Centrale: su questo non ho dubbi. Mi auguro che d’ora in poi, pur sapendo che la sicurezza è un tema importantissimo, si trovino formule condivise per gestire i controlli”.
“La sicurezza di sinistra – spiega Sala – è quella che non si vergogna di chiedere più militari, come ho fatto io, ma allo stesso tempo si sforza di gestire con realismo i problemi. Mettere in relazione diretta l’immigrazione con la sicurezza è sbagliato, ma aggiungo, e lo dico proprio a chi specula su questi temi, che la sicurezza aumenta anche se, dopo la prima accoglienza, c’è vera integrazione”. “Per farlo – sottolinea – serve prima di tutto accorciare i tempi per la definizione dello status dei rifugiati. Ne sto parlando con il ministro Marco Minniti: non si possono aspettare due o tre anni per vederselo riconoscere, perché nessuno si può integrare se, in un certo senso, non esiste”. Alla domanda se userà lo strumento del daspo urbano, Sala replica: “Di fatto manca ancora il decreto attuativo, ma è evidente che la responsabilità sarà soprattutto in carico alla questura. Noi possiamo agire solo su reati minori e per un tempo molto limitato”.