“La tenerezza struggente delle Marie la conosciamo bene, perché ce la troviamo davanti agli occhi, quasi ogni giorno, nei familiari, nelle madri e negli amici delle vittime della violenza feroce del terrorismo e della guerra, ormai prassi quotidiane, insensate e disperate… Un amore tenace, quello delle Marie di ieri e di oggi, ma impotente a salvare l’amato dalla morte, perciò sempre più schiavo della paura. O, peggio ancora, raffreddato da una sorta di terribile rassegnazione al male”. Così il cardinale Angelo Scola ieri sera durante la veglia pasquale in Duomo. “Su questa che recentemente, a Carpi, Papa Francesco ha chiamato l’atmosfera del sepolcro, irrompe la parola di rassicurazione definitiva di Dio: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto» (Mt 28, 25-26)”. Durante la Veglia, il cardinale ha battezzato 12 catecumeni. Tra loro, Herta Loka, 23 anni, oggi studentessa di Economia alla Cattolica, nata a Tirana in Albania, paese che ha vissuto decenni di ateismo di stato imposto dal regime comunista. «Personalmente, crescendo, non mi ero mai posta molte domande riguardo a Dio – racconta -. Ma durante il primo anno di Università, trasferendomi in un appartamento con altre ragazze, ho avuto la possibilità di conoscere e frequentare persone che vivevano seriamente la loro fede. E anche se inizialmente ero per lo più scettica, poco alla volta è cresciuta in me una grande curiosità che mi ha portato prima a frequentare la Messa e poi a intraprendere un percorso interiore».
«Da piccola sognavo di sposarmi in chiesa anche se non sapevo nulla del Cristianesimo – spiega Denisa Gjini, 21 anni, nata in Albania e vissuta a Lac, città famosa per il Santuario dedicato Sant’Antonio da Padova meta di pellegrinaggi –. Solo quando sono venuta in Italia ho approfondito la conoscenza della fede e ho scoperto quanto Dio c’entrasse con le mie scelte, il mio sguardo sulla vita».
Dei 12 adulti , 4 sono originari della Cina, 5 dell’Albania, uno dall’India; due sono italiani.