Autostrade, pedaggi più cari

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Niente riduzione di tasse e ancora aumenti tariffari dove spiccano Autostrade, energia elettrica, gas e benzina.  Sulle vecchie autostrade il traffico è in netta crescita, gli addetti sono in continua diminuzione, gli ammortamenti completati, gli investimenti promessi (in cambio degli aumenti tariffari) non sono stati realizzati e nonostante questo il Governo autorizza aumenti medi dello 0,77%. “Per questi motivi – afferma Dario Balotta, presidente di Onlit, Osservatorio Nazionale sulla liberalizzazione nei trasporti – gli aumenti sono ancor più ingiustificati. Con il crescere della  produttività delle società autostradali le tariffe andrebbero ridotte e non aumentate per favorire lo sviluppo. Se le vecchie concessionarie dormono sonni tranquilli grazie alla loro posizione monopolistica che gli consente una rendita di posizione garantita è paradossale per le nuove autostrade. Anch’esse deresponsabilizzate da piani finanziari che prevedono aiuti di Stato e garanzie pubbliche che gli consentono di recuperare anche i mancati ricavi derivanti dagli aumenti tariffari (le tariffe sono doppie rispetto a quelle della media nazionale)”.  “Aiuti di Stato – aggiunge Balotta –  defiscalizzazioni e aumento della durata delle concessioni sono però nel mirino dell’Unione Europea. E’ il caso di Brebemi +7,88% dei pedaggi, di TEEM + 1,90% e di Pedemontana +0,90% cioè di nuove autostrade completamente vuote ma talmente garantite che si possono permettere pesanti e ingiustificati aumenti che allontanano la già scarsa utenza. Nel decreto di aumento dei pedaggi di fine anno il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha ricordato che è stato previsto il “recupero di eventuali incrementi tariffari non riconosciuti negli anni precedenti”. In pratica entro metà anno saranno concessi nuovi aumenti. Il ministero delle Infrastrutture, infine, ha richiesto l’estensione per ulteriori 12 mesi dell’agevolazione tariffaria riservata ai pendolari che utilizzano l’autostrada giornalmente: il sistema è una foglia di fico che era servita per giustificare i pesanti aumenti di due anni fa riconoscendo risibili sconti  ai pendolari titolari di Telepass che percorrono almeno sempre gli stessi tragitti almeno 20 volte al mese entro un raggio massimo di 50 chilometri.

Ecco i principali aumenti

Asti-Cuneo S.p.A. 0,00%; ATIVA S.p.A. 0,88%; Autostrade per l’Italia S.p.A. +0,64%; Autostrada del Brennero S.p.A. 0,00%; Autovie Venete S.p.A. +0,86%; Brescia-Padova S.p.A. +1,62%; Consorzio Autostrade Siciliane 0,00%; CAV S.p.A. +0,45%; Centro Padane S.p.A. 0,00%; Autocamionale della Cisa S.p.A. +0,24%; Autostrada dei Fiori S.p.A. 0,00%; Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A. +1,50%; Tangenziale di Napoli S.p.A. +1,76%; RAV S.p.A. +0,90%; SALT S.p.A. 0,00%; SAT S.p.A. +0,90%; Autostrade Meridionali (SAM) S.p.A. 0,00%; SATAP S.p.A. Tronco A4+4,60%; SATAP S.p.A Tronco A21. +0,85%; SAV S.p.A. 0,00%; SITAF S.p.A. 0,00%; Torino – Savona S.p.A. +2,46%; Strada dei Parchi S.p.A. +1,62%; Bre.be.mi. +7,88%TEEM +1,90% e Pedemontana Lombarda +0,90%.

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