Di Fabio Massa
Il mio amico e collega Francesco Oggiano, al quale mi lega una stima profondissima e del quale rifletto su consigli e punti di vista (anche se a volte non concordiamo affatto), in uno dei suoi post recenti su Instagram ha posto una domanda: perché molte aziende americane stanno rimuovendo i settori diversity e inclusion? Premessa: i settori diversity e inclusion sono composti da professionisti i cui compiti erano quelli di includere le minoranze, aprirsi alle diversità di genere, tutelare le pari opportunità. Lui la spiega meglio, ma più o meno è così.
Anche in Italia molte aziende stavano procedendo su questa linea, soprattutto le multinazionali e quelle che avevano un rapporto più stretto con gli Stati Uniti. La notizia è circolata molto sui giornali di tutto il mondo, perché il licenziamento massivo (in effetti, sul numero totale di dipendenti è poca cosa) ha fatto scalpore. La motivazione che si dà è l’arrivo di Trump&Musk, e il cambio di clima politico. Io penso in effetti che si tratti solo di una scusa. Le aziende avrebbero voluto chiudere, e da un pezzo, quei dipartimenti, e hanno colto la palla al balzo. Vale un pezzo di riflessione anche per l’Italia. In Italia manca la parità tra i generi. Sull’inclusione direi che abbiamo un problema assai inferiore agli Stati Uniti, dove le minoranze afro e ispaniche hanno dimensioni incredibilmente maggiori di quanto avvenga da noi. La parità dei generi avviene tramite l’imposizione. Quote rosa, si chiamano. Ma anche gli uffici diversity ed inclusion funzionano così: mettono delle regole a monte. Insomma, per tagliarla breve. Non si seleziona una persona solo ed esclusivamente in base al suo valore, ma anche mettendo tra le variabili il colore della sua pelle, il suo sesso o il suo orientamento sessuale.
Questo per l’azienda è un problema. Perché un’azienda sana funziona se ha una variabile sola nella scelta dei dipendenti: quanto sono capaci. Ogni altra variabile che influenza la prima non fa altro che mettere un elemento di inefficienza. E allora la risposta alla domanda sul perché le aziende americane stanno rimuovendo i dipartimenti (e quindi le regole interne) sulla diversity e inclusion è molto semplice: perché non rendevano nulla ai fini della produttività, e quindi aziendalmente sbagliate.