Di Fabio Massa
Esiste in Italia la paura. E’ la paura di fare il proprio lavoro. Vale per l’Italia quella frase che dice sventurata la terra che ha bisogno di eroi. Non bisognerebbe essere eroi per fare il proprio mestiere. In Italia, sì. E la colpa è di un sistema giudiziario, a partire dal corpus di leggi che ci governa per passare poi a chi le applica, che rende l’accertamento già di per sé una pena che uno sconta anche da innocente fino a prova contraria. Questo vale per una molteplicità di casi. Vale per i poliziotti, i carabinieri, i vigili del fuoco, i medici, i soccorritori. A questo proposito: c’è addirittura chi ha fatto causa a gente comune intervenuta per cercare di salvare la vita a un incidentato perché poi questo è morto, invece, e i parenti si sono arrabbiati. E quando capita, poi si viene assolti, ma intanto c’è avvocato, la trafila, gli anni di attesa. Anni. Sempre che non si finisca come i medici dei pronti soccorsi, presi a calci e pugni. Ma la lista dei lavori per cui bisogna essere eroi è lunga. E’ eroe un funzionario pubblico che prende una decisione invece di lasciare tutto là, a galleggiare, i presidenti e gli amministratori delegati delle aziende dello stato, della Regione e del Comune che programmano centinaia di milioni di gare e investimenti. Ogni gara è un rischio pazzesco. Per tutti questi c’è l’incubo della Corte dei Conti, che magari si presenta dopo 10 anni a chiedere di avvenimenti e spese di due lustri prima. E non è che gli stipendi – quando ci sono – siano questo granché, intendiamoci. Una volta magari, oggi un bancario prende molto di più. Ci sono ancora molti eroi. Eroi sono i giornalisti coraggiosi che si prendono decine di querele, e per ogni querela c’è l’avvocato e bla bla bla. Eroi sono i direttori generali dei comuni, e i capi di gabinetto, che devono rispondere magari di migliaia di persone e di migliaia di relazioni con un mondo esterno che non è fatto di santi. (A questo proposito: il traffico di influenze è la legge peggio scritta del pianeta. E’ urgente precisarla).
Tutti questi eroi non dovrebbero esserlo. Perché uno non dovrebbe firmare un contratto con la possibilità di finire sotto processo per fare il proprio lavoro, e nel mondo civile, se pure ci finisce, deve essere per un lasso di tempo brevissimo. E invece qui sono mesi, anni, lustri di pena anticipata e da scontare obbligatoriamente, con notti insonni, conti che si svuotano e famiglie che subiscono.