Di Fabio Massa
Riassunto del caso Tony Effe. Che poi è un tizio che canta. Gli uffici del sindaco Gualtieri lo ingaggiano per il concerto al Circo Massimo senza evidentemente aver letto neppure un testo di una sua canzone. Canzoni nelle quali tratta le donne come pezzi di carne da cui ricavare piacere. Una roba talmente schifosa da risultare stucchevole. In confronto a questo tizio Fedez pare uno stornellatore provenzale, un Dante Alighieri del rap. Ora, quando si accorgono che questo tizio potrebbe cantare dal palco di ragazze da “scopare con violenza” o roba del genere, decidono di revocare l’invito. Ovviamente quello, che già ha l’ardire di scrivere quello schifo di musica, ci salta su e fa il martire. Tutto il gruppetto dei cantanti parla di censura e poi – perché tutto si può dire tranne che il tizio non sia furbo – si prenota il PalaEur per fare un concerto alternativo proprio a Roma. E così ha fatto bingo.
Io penso che Gualtieri o chi per lui abbia fatto un casino. Ma gli errori capitano a tutti. E a volte il rimedio è doloroso. Ma far cantare il tizio dal palco sarebbe stato peggio, peraltro pagato con soldi pubblici. Invece è interessante la posizione di questi artisti e intellettuali che gridano alla censura. A questi vorrei dire che ci avete scassato le palle con la schwa, gli asterischi, il linguaggio inclusivo, il cat calling, il mansplaining, i panel troppo maschili ai convegni, le carte a cui aderire per non essere discriminatori eccetera eccetera. Insomma, anche giustamente da un certo punto di vista, avete alzato la temperatura su questo argomento. E poi parlate di censura per uno che canta di sputare in faccia alle donne? Davvero non capisco.
Ma ora via. Tutti in vacanza. A mangiare panettoni e pandori e a ingrassare un po’. E il tizio che canta faccia pure il suo concerto che sono sicuro farà il tutto esaurito. Rimane una merdina.