Arrestati gli autori dell’incendio in cui morirono tre giovani cinesi

Il movente sarebbe un debito di 40mila euro che il proprietario avrebbe avuto nei confronti di uno dei mandanti.

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I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, con la collaborazione dell’autorità di polizia olandese attivata attraverso i canali di cooperazione internazionale Eurojust ed Europol, hanno  eseguito in Olanda un Mandato di Arresto Europeo, emesso dal Gip di Milano su richiesta della Procura della Repubblica, che internazionalizza un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere nei confronti di un 26enne olandese, residente a Middelburg (Paesi Bassi), ritenuto responsabile dei reati di omicidio volontarioincendio e tentata estorsione. Contestualmente, è stata data esecuzione al Decreto di Fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Milano a carico di due cittadini cinesi di 34 e 40 anni, attualmente residenti a Milano, poiché ritenuti i mandanti della richiesta estorsiva e dell’incendio, nonché coloro che hanno fornito appoggio all’esecutore materiale nelle fasi precedenti e successive all’episodio delittuoso.

Il provvedimento arriva dopo una complessa indagine condotta dal Nucleo Investigativo di Milano a seguito dell’incendio doloso, avvenuto nella serata del 12 settembre 2024, di un magazzino industriale in via Cantoni nel quale trovavano la morte per soffocamento tre giovani cittadini cinesi i quali stavano dormendo all’interno del magazzino dal quale, sorpresi dalle fiamme, non riuscivano a scappare. In breve tempo, grazie ad un importante sforzo tecnico ed attraverso la proficua cooperazione internazionale, veniva individuato l’esecutore materiale, identificato nel 26enne olandese il quale, dopo aver avanzato nelle ore precedenti più richieste estorsive ai danni di un imprenditore cinese residente a Milano e operante nel settore del commercio all’ingrosso di mobili di design, ne incendiava il magazzino dandosi immediatamente alla fugaGli ulteriori approfondimenti investigativi hanno, inoltre, permesso di individuare i due mandanti del delitto e di ricostruirne il movente, da ricondurre al mancato pagamento – da parte del proprietario del magazzino andato a fuoco – di alcuni lavori edili svolti in suo favore dalla ditta di uno dei due complici, per l’ammontare di circa 40.000 euro.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari a carico degli indagati, sono stati rinvenuti e sequestrati 1,3 Kg di Shaboo, circa 1000 pastiglie di Extasy riportanti i simboli del “geco” e dei “bitcoin”, bilancini e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente, la somma di circa 45.000 euro in contanti, nonché abbigliamento e materiale attinente ai reati per cui si procede.

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