La convegnistica è di destra o di sinistra? Vale sempre Gaber, anche su questo

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Di Fabio Massa

Ogni anno mi sorprendo. Come sapete, oltre ad essere il Pinocchio di Radiolombardia e il socio editore di Affaritaliani.it, sono anche l’organizzatore di Italia Direzione Nord. Che è una kermesse che ieri e l’altro ieri è finita su tutti i giornali perché abbiamo ospitato oltre 100 persone, relatori, istituzioni, aziende. Insomma, è stata una giornata lunghissima, di oltre 12 ore in diretta da due sale. Uno sforzo per il quale ha lavorato tre mesi un team enorme, con fatica e dedizione. Ed è proprio pensando a loro che, negli ultimi giorni, leggendo un paio di articoli, mi è venuta un po’ di rabbia, che poi però mi ha suscitato una riflessione. La rabbia era dovuta al fatto che per un paio di giornalisti la manifestazione era del centrodestra perché sul palco si sono alternati il presidente del senato, otto ministri, oltre ad assessori e governatori. Dunque, essendo il governo di destra, e il governo regionale pure, allora la manifestazione è automaticamente diventata “di destra”. Organizzata dalla destra. Peccato che – ai tempi dei governi Conte e Draghi – fosse esattamente l’opposto: venivano i ministri di sinistra (ne abbiamo un lungo elenco), e gli assessori regionali di destra e, come quest’anno, gli assessori comunali di sinistra. La motivazione è semplice: invitiamo sempre chi sta nella cabina di comando, chiunque esso sia, di qualunque colore sia. Un tempo qualcuno diceva che eravamo di sinistra, oggi che siamo di destra. Amen, pace? Mica troppo. Perché se offrire un palco alle persone che governano i vari enti e le varie istituzioni vuol dire schierarsi da quella parte, allora l’idea stessa di convegno è morta. L’idea che si ascoltano le idee prima delle persone, e che il fatto che ci sia qualcuno che ancora organizza cose è di per sè qualcosa di buono. Invece no: oggi funzionano solo le iniziative che si dichiarano subito di una parte o dell’altra. Ed è sbagliato, sbagliatissimo. Perché non porta più palchi liberi nel dibattito, ma palchi schierati. Una cosa un tempo inconcepibile e che oggi – purtroppo – sembra sempre di più la normalità.

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