Di Fabio Massa
Non si può dire sennò ti danno del palazzinaro. Ma visto che di palazzi non ne possiedo né ne voglio ristrutturare, e non vivo manco in centro a Milano come tutti quelli che si lamentano cianciando di periferie, lo dico lo stesso: il “salva Milano” è finalmente la vittoria della politica sui comitati e sulla magistratura. Riepiloghiamo brevemente la vicenda (ovviamente dal mio punto di vista, che è parziale): i magistrati vengono inondati di esposti da parte di comitati e cittadini per nuove edificazioni che risultano ai loro occhi mostruose, ma che – secondo l’amministrazione – rispettano le norme di legge. I magistrati indagano, più giudici (quindi, terzi) convalidano i sequestri. Che però non vuol dire che abbiano ragione i pm, vuol dire che i giudici ritengono che ci possano essere irregolarità e dunque cautelativamente ritengono di “mettere tutto in pausa”. La verità si accerta in un processo, sia ben chiaro, ma è di certo un primo round per i pm. I pm indagano mezzo Comune, i pm perquisiscono una ex vicesindaco senza che sia indagata, peraltro essendo lei avvocatessa le copiano pure tutti i documenti di tutte le pratiche di tutti i clienti – pure quelli che non c’entrano una mazza, e poi si vedrà (ricordatevi di cliccare sulla privacy quando entrate su Affaritaliani.it o sul Corriere, per piacere). Poi dicono che le norme vanno interpretate in un’altra maniera, perché il Comune di Milano è stato depauperato di una paccata di milioni. Avranno ragione loro? Vedremo. Intanto si ferma tutto un settore, e quindi interviene la politica prima dei processi (che sono lunghi, complicati e bla bla bla) tagliando la testa al toro, e dicendo con il Salva Milano che le norme sono state applicate bene. E per riaffermarlo si compattano destra e sinistra in parlamento per una “interpretazione autentica”. Come dire: le norme sono quelle, le abbiamo scritte noi, vogliono dire proprio quello. Basterà? Ne dubito. Del resto anche la Fondazione Milano Cortina dal governo hanno scritto nero su bianco che è privata, privata, privata. E invece i magistrati ritengono che sia pubblica. Quindi perché pensare che la battaglia sull’urbanistica si fermerà? Rimane la buona notizia che destra e sinistra, per una volta, siano riusciti a dire una cosa insieme, senza balbettare di fronte alla magistratura come studenti fuori-corso.