Di Fabio Massa
Diciamolo chiaramente: Giuseppe Valditara ha ragione. E pure un po’ torto, sulla questione del patriarcato. Ma andiamo per ordine. Valditara dice che in Italia il patriarcato non esiste, e che il problema della violenza sulle donne è aumentato con l’immigrazione. In Italia il patriarcato esiste? Certo che esiste, perché il patriarcato è frutto dell’ignoranza. Una persona istruita difficilmente penserà che le donne sono inferiori, perché è il tipico pensiero di una cultura tribale e arretrata. Essendo il nostro Paese un luogo dove l’educazione media è cresciuta di molto negli ultimi sessant’anni, ovviamente il patriarcato esiste in sacche di resistenza di ignoranza, ma la situazione è in miglioramento perché in miglioramento è il livello medio di istruzione. Possiamo dire lo stesso in culture, come quella islamica, che ancora subordina – così come era nel cristianesimo medioevale – la donna all’uomo? Non possiamo dirlo, ed è bene essere chiari e sinceri sul punto. Il patriarcato esiste nelle culture islamiche? Sì, e molto. Esiste nella cultura italiana? Sì, meno. Anzi, molto ad dir la verità in certe orrende canzoni trap. Musica a parte, semplificando Valditara probabilmente voleva dire questo: che il problema che dobbiamo porci – malgrado ci siano bianchi italiani da generazioni che stuprano e uccidono e insultano – riguarda statisticamente soprattutto le seconde generazioni. Quindi dobbiamo agire con una educazione mirata. Dobbiamo per caso vergognarci di dire che siamo più avanti, come paesi Occidentali, nel rispetto dei diritti sacrosanti delle donne? Dobbiamo per caso vergognarci di dire che siamo più evoluti da questo punto di vista? Ecco, è tutto qui. Dopodiché il lavoro da fare è ancora molto. Agevolo spunto di riflessione: oltre a fare incredibili regole sulla partecipazione a panel in maggioranza maschili, l’ottimo sarebbe fare in modo che le nomine di vertice siano tendenzialmente paritarie. Quando avremo (così come abbiamo già avuto, in passato) un sindaco o un governatore donna, e parteciperanno insieme ad un evento, ci sarà la vera parità. Fin quando candidiamo alle elezioni in maggioranza uomini, e le donne sono buone solo per riempire le caselle loro assegnate nei consigli, non avremo reso un buon servizio alla società.