L’espressione rivolta sociale “non è eccessiva. Io penso che se il livello di diseguaglianze che stiamo vivendo è tale, l’invito come dice la parola stessa, è quello di non voltarsi da un’altra parte, è l’invito ad ogni singola persona a organizzarsi insieme ad altri per cambiare questa situazione. Io credo che questa si chiama democrazia e credo che in un Paese il diritto delle persone sia un elemento di crescita della democrazia, tanto più quando se le persone sono quelle che tengono in piedi l’Italia e peggiorano la propria condizione,”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a margine del Forum delle relazioni industriali di Assolombarda, tornando sull’invito alla ‘rivolta sociale’ fatto in vista dello sciopero generale del 29 novembre contro la manovra del Governo e l’invito arrivato da più parti ‘ad abbassare i toni’. “In un Paese dove hai ormai il 50% dei cittadini che non va a votare e che non si sente rappresentato da nessuno, che hanno paura, credo che il tema sia proprio quello di rivolgersi, non in generale, ma ad ogni singola persona perché si metta assieme ad altri, quindi con un atto di solidarietà, per cambiare e migliorare la propria condizione, sua e del Paese. Da questo punto di vista credo che non aver paura delle parole vuol dire non aver paura perché il conflitto e la mediazione sociale sono il sale della democrazia – ha proseguito -. Senza queste due risorse la democrazia non esiste, esiste semplicemente chi pensa che chi ha una maggioranza in Parlamento può comandare e può fare quello che gli pare senza doversi misurare con nessuno. Ritengo che non ci sia proprio da abbassare nulla, nel senso che io non ho mai visto delle persone che pur lavorando sono povere quando arrivi in questa situazione, la povertà e la precarietà stanno aumentando e penso che sia giusto che le persone reagiscano per provare a cambiare questa situazione”. Parlare di rivolta sociale “non è parlare di cose violente”, ha precisato ancora Landini anche durante il suo intervento al Forum delle relazioni industriali organizzato da Assolombarda, ribadendo che l’invito è a “non voltarsi dall’altra parte” difronte alle “disuguaglianze sociali”.
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
“E’ un linguaggio secondo me sbagliato, con un termine che non è corretto. Quello che noi dobbiamo fare come parti sociali è essere attenti a tutte queste situazioni a essere critici quando c’è da essere critici però dobbiamo sempre mantenere un contesto che deve essere un contesto contenuto educato senza far sì che poi dopo le frange peggiori poi dopo esprimano il peggio come come purtroppo è stato fatto in in alcune manifestazioni venerdì scorso”: lo ha detto il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, a margine dell’avvio del Forum delle Relazioni industriali nella sede dell’associazione in via Pantano, commentando l’appello alla ‘rivolta sociale’ del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in vista dello sciopero generale del 29 novembre. All’incontro di Assolombarda di stamane sono presenti anche i rappresentanti dei sindacati, tra cui lo stesso Landini. Spada ha precisato che lo sciopero in sé “non complica” il dialogo con le sigle. “Il livello su cui vogliamo discutere oggi è su come impostare le relazioni future – ha detto -. Il diritto di sciopero diritto sancito dalla Costituzione quindi poi i sindacati applicano quando loro lo ritengano ritengano corretto quindi non vogliamo entrare in questa in cui in questa diatriba”
Il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada.