Capolavoro del più puro stile balanchiniano, sul quarto movimento dalla Suite n. 3 in sol maggiore op. 55 di Čajkovskij Theme and Variations nacque dall’intento – come scrisse lo stesso autore – “di evocare il grandioso periodo del balletto classico, che fiorì in Russia con l’aiuto della musica di Čajkovskij”. Per la prima volta alla Scala Dances at a Gathering, gioiello di pura danza, ispirata dal tessuto musicale e dalle sue nuances e The Concert, unico nel suo genere, ironico e brillante spaccato delle umane fantasticherie e stravaganze, di una serie di personaggi che assistono a un recital di pianoforte. L’attuale generazione di artisti si confronta per la prima volta con questi tre balletti; la Scala rinnova la lunga e storica consuetudine con lo stile di Balanchine e arricchisce il suo repertorio con due lavori di Jerome Robbins, firma troppo poco presente e ancora poco conosciuta al grande pubblico, che senza dubbio ricorda la sua travolgente creatività nel musical West Side Story da cui l’omonimo film vincitore di ben 10 premi Oscar. Gli artisti del Corpo di Ballo, i Solisti e i Primi Ballerini si alterneranno nei diversi stili ed atmosfere di questi balletti: in Theme and Variations la coppia principale vedrà Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko (8, 13, 16 e 20 novembre), Alice Mariani con Mattia Semperboni (12 e 15 novembre), Maria Celeste Losa con Navrin Turnbull (14 e 17). Accanto a loro quattro soliste Gaia Andreanò, Caterina Bianchi, Camilla Cerulli, Linda Giubelli, quattro solisti Domenico Di Cristo, Edward Cooper, Rinaldo Venuti, Alessandro Paoloni, e gli artisti del Corpo di Ballo. Per Dances at a Gathering, il cast di apertura (e poi nelle recite del 12, 14, 16 e 17 novembre) vedrà Nicoletta Manni, Martina Arduino, Alice Mariani, Linda Giubelli (Letizia Masini il 16), Asia Matteazzi, Claudio Coviello, Timofej Andrijashenko, Darius Gramada, Mattia Semperboni, Christian Fagetti (il 16 e 17 Rinaldo Venuti e Gabriele Corrado). Nelle recite del 13, 15 e 20 novembre, i dieci protagonisti saranno Agnese Di Clemente, Vittoria Valerio, Camilla Cerulli, Martina Arduino, Giordana Granata, Saïd Ramos Ponce, Marco Agostino, Navrin Turnbull, Domenico Di Cristo, Gioacchino Starace. The Concert vedrà tre cast: in apertura nei ruoli principali Caterina Bianchi, Marco Agostino, Marta Gerani, Alessandro Paoloni, Antonella Albano, Emanuele Cazzato, Massimo Dalla Mora, Rebecca Luca, Martina Marin, Andrea Risso. Il 14 e 16 novembre Agnese Di Clemente, Christian Fagetti, Gaia Andreanò, Edward Cooper, Alessandra Vassallo, Emanuele Cazzato, Flavio Paciscopi, Denise Gazzo, Christelle Cennerelli, mentre il 17 e 20 novembre Letizia Masini, Gabriele Corrado, Maria Celeste Losa, Domenico Di Cristo, Greta Giacon, Edoardo Caporaletti, Massimo Dalla Mora, Daniele Lucchetti.
Il Trittico Balanchine-Robbins segna anche il debutto con il Balletto della Scala di Fayçal Karoui, sul podio a dirigere l’Orchestra del Teatro alla Scala. Dal 2006 al 2012 direttore musicale del New York City Ballet, e dal 2002 dell’Orchestre de Pau Pays de Béarn (OPPB), ha guidato dal 2012 al 2014 la Orchestra Lamoureux, ed è abitualmente invitato da orchestre di fama internazionale. L’ampia esperienza nel balletto si riflette nella collaborazione con l’Hong Kong Ballet, e con regolarità al Dutch National Ballet
di Amsterdam e alla Staatsoper di Vienna. Debutto anche per Leonardo Pierdomenico, impegnato al pianoforte per Chopin nei balletti di Jerome Robbins non solo in buca ma anche in scena.
Uno sguardo dunque rinnovato su tre titoli che fanno parte della storia come i loro autori, assoluti punti di riferimento per il mondo della danza e del balletto. Siamo in America, al New York City Ballet, che mantiene ancora oggi come pilastri del suo repertorio i balletti di George Balanchine e quelli del suo più giovane collega Jerome Robbins, straordinari “co-direttori” che, un anno dopo la sua fondazione nel 1948, erano assieme in quella che sarebbe diventata una fra le più importanti compagnie nel mondo. Balanchine,
infatti, invitò il trentenne Jerome Robbins a unirsi alla nascente compagnia come Associate Artistic Director. Dopo la morte di Balanchine nel 1983, Robbins ha continuato, fino alla sua morte nel 1998, a creare balletti per il New York City Ballet, dove ha condiviso la posizione di Ballet-Master-in-Chief con Peter Martins fino al 1989.