A Milano si parla di politica vera, di case e di persone. Non di inutili casi Boccia

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Di Fabio Massa

Parliamo di cose concrete. Non del caso Boccia e del nuovo caso Boccia, non delle chat di Fratelli d’Italia, di questo che dà del pederasta a quello. Certo, tutta roba che fa clic e conviene a tutti parlarne. Non mi interessa nemmeno dell’ennesimo rapinatore ammazzato, dei migranti in Albania eccetera eccetera. Mi interessa parlare dell’ambiziosissimo piano frutto del lavoro dell’assessore Guido Bardelli, che ha la delega alla casa al Comune di Milano: il varo di 10mila case a prezzo calmierato, con affitti di 650 euro al mese per 100 metri quadri. Ora, a Milano il tema della casa è il vero tema. La sicurezza, certo. Ma quello è un tema costante. Basta buttare un occhio agli ormai antichi libri intervista al sindaco Aniasi: stesse parole d’ordine, stesse problematiche sull’ordine pubblico. Cambiava solo il tipo di emergenza. Una volta l’immigrazione interna, oggi l’immigrazione esterna. E invece la casa. La casa è il vero tema. A Milano la bolla immobiliare sta producendo scompensi in tutti i campi. Nel campo della povertà, con sempre più persone che vengono espulse dalle parti centrali e non riescono a trovare un alloggio. Nel campo dei trasporti, considerato che non si trovano autisti perchè costa troppo abitare a Milano. Nel campo della produttività delle aziende e dei margini di profitto, perché il costo di produzione, con addetti e impiegati costretti a pagare salatissimo l’alloggio ovviamente vengono “scaricati” sulle aziende che devono pagare gli stipendi, che sono sempre più alti, e infine sull’utente finale in un circolo vizioso perfettamente comprensibile. Tutto ha origine in quella bolla che ormai dura da anni. E quindi che cosa fa la politica milanese? Fa la politica milanese: cerca soluzioni. Ed era ora, che ci fosse un qualunque grande e ambizioso piano. Era ora, se ne sentiva la mancanza. Respiriamo un’idea, e ci dà un po’ di vertigine, perché da tempo il dibattito cittadino riguardava solo e unicamente il destino di uno stadio. Un po’ poco per una metropoli che oltre allo stadio ha ben altri e più importanti problemi.

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