Strage di Paderno: Riccardo: “E’ stato un atto come di emancipazione”

Nuovo interrogatorio davanti ai pm per il ragazzo di 17 anni che ha ucciso genitori e fratellino. Giovedì l'udienza di convalida del fermo. La Procura ha chiesto la custodia nel carcere minorile per omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. Il giovane si è voluto confessare: il parroco del Beccaria, don Burgio, lo descrive come "fragile ma molto lucido".

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Ha parlato di una sorta di atto di “emancipazione”, inquadrando in qualche modo meglio rispetto al primo interrogatorio le ragioni del gesto, il 17enne sentito oggi dai pm per i minori, dopo la strage di Paderno Dugnano. Da quanto si è saputo, avrebbe fornito un quadro più preciso del suo “malessere” e della sua volontà di essere “libero” anche dalla famiglia, anche se non “imputa” a genitori e fratello fatti specifici. Sarà interrogato dal gip giovedì alle 10.30. Intanto, la Procura ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare nel carcere minorile Beccaria per omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. “Appena mi ha visto, ha voluto subito confessarsi. Ho trovato un ragazzo fragile, chiaramente provato ma molto lucido e in grado di comunicare”. Lo ha detto il cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, don Claudio Burgio, raccontando in un’intervista a Famiglia Cirstiana il primo incontro con il ragazzo 17enne. “Mi ha detto ‘Tu sei quello di ‘non esistono ragazzi cattivi’ e poi l’ho confessato. È stato un incontro molto intenso”. Il parroco racconta che dopo la confessione hanno parlato ancora. “Sui giornali era uscito il ritratto di un adolescente con difficoltà a comunicare, ma io questa difficoltà non l’ho vista. Questa vicenda scuote tutti, compreso me che in vent’anni da educatore a contatto con ragazzi dal vissuto difficile, ne ho viste tante”. “Si tratta di un ragazzo che con parola abusata definirei ‘normale’ – spiega – all’interno di una famiglia ‘normale’ che non ha nulla a che fare con un vissuto di disagio che può sfociare nel bullismo, nell’uso di stupefacenti o nella violenza, come accade ad altri ragazzi che incontro e che seguo.

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