La Lega vuole rubarci un quarto del Tfr

La proposta di due sottosegretari del partito di Salvini: obbligare i lavoratori che la lasciano in azienda a versare il 25% della liquidazione ai fondi gestione. Denaro che resterebbe bloccato fino al raggiungimento dell'età pensionabile.

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La Lega vuole mettere le mani in tasca dei lavoratori e obbligarli a versare il 25% del Tfr ai fondi di gestione della previdenza complementare. Due sottosegretari leghisti – Claudio Durigon (Lavoro) e Federico Freni (Economia) – hanno detto che è ora di “rompere il tabù” e obbligare i lavoratori a cedere un quarto della loro liquidazione, se la trattengono in azienda e non hanno già aderito alla previdenza integrativa. Così, secondo loro, la pensione di chi oggi è giovane non sarà proprio da fame. La legge però prevede il diritto di scelta (Tfr in azienda che viene versato interamente, al netto delle tasse, alla cessazione del rapporto di lavoro oppure a un fondo per incrementare l’assegno futuro). Se passasse la proposta leghista ai lavoratori dipendenti verrebbe di fatto rapinato un quarto del tesoretto accumulato negli anni e a disposizione in caso di particolari necessità o per fare fronte alle spese in momenti di difficoltà se si perde il posto prima della pensione. Soldi prelevati forzosamente da restituire anni e anni dopo a rate mensili insieme all’assegno pensionistico. In questi anni, tra l’altro, i soldi gestiti dai vari fondi pensione, anche a causa dell’inflazione, hanno perso valore mentre il Tfr – rivalutato al 75% dell’inflazione per legge – ha tenuto. Un favore ai colossi del risparmio gestito servito su un piatto d’argento da chi ha sempre usato lo slogan “noi non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani”.

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